Biblioteca, Auditorium e fontane priorità nell’agenda di Addamiano per Belluno

L’assessore alla cultura: «La Mediateca delle Dolomiti riaprirà entro fine anno, ma servono molti soldi per il trasloco»
Alessia Forzin
L’assessore Raffaele Addamiano al museo Fulcis
L’assessore Raffaele Addamiano al museo Fulcis

BELLUNO. Una città più viva culturalmente, più bella e più sicura. Raffaele Addamiano, avvocato di 50 anni di Belluno, gli ultimi cinque passati in consiglio comunale all’opposizione, è l’assessore alla cultura, rapporti con le associazioni culturali e sicurezza del Comune.

Assessore, negli ultimi anni complice anche la pandemia non ci sono stati eventi culturali di grande richiamo in città. Come pensa di agire sotto questo profilo?

«La cultura è cibo per l’anima e strumento per lo sviluppo economico e turistico di una città. Le cose che si possono fare sono molte, previa copertura economica. Voglio incontrare i dipendenti del Comune e poi coinvolgere le circa sessanta associazioni attive in città: le voglio conoscere, capire le loro esigenze, cosa potremmo fare per la città».

Fra le urgenze da affrontare c’è il trasloco della biblioteca.

«Per attuare ciò che abbiamo ricevuto in eredità dalla passata amministrazione servono circa 600 mila euro. Fra le priorità c’è il trasloco della biblioteca, che richiederà un impegno economico non indifferente perché non si tratta solo di spostare i libri, ma anche gli arredi, di acquistare i computer, i software, le licenze. È realistico immaginare che la riapertura della biblioteca a palazzo Crepadona avverrà entro la fine dell’anno, ma per fare il trasloco dovremo cercare un sostegno in Regione e dalla Fondazione Cariverona».

Completato il trasloco, ha in mente qualche progetto per la biblioteca civica?

«Dovremo valutare un ampliamento degli orari, esigenza che ci è stata segnalata dagli studenti. Bisognerà capire con loro le necessità, anche perché poi sul piatto della bilancia dovranno essere messi i costi per le utenze, il personale... ma di sicuro è una cosa sulla quale lavorerò».

Parliamo del Museo. Quando era consigliere di minoranza più volte si è occupato del Fulcis e dei costi che comporta tenerlo aperto. Idee?

«Il nostro museo ha grandi potenzialità ma va sicuramente attenzionato sotto il profilo dei costi. Credo inoltre che vada ripresa la partita del camerino Ricci, per completarne l’offerta. Noto inoltre che a tutt’oggi manca un bar, un posto in cui rilassarsi dopo la visita alle opere. Lo spazio ci sarebbe, perché non ragionarci? Io immagino un museo moderno, non statico, che dia servizi ai visitatori».

In campagna elettorale la coalizione di cui fa parte ha più volte ribadito la necessità di riportare a Belluno i grandi eventi culturali, facendo rete con le realtà vicine che già li organizzano. Come la pensa?

«Ci lavoreremo, sapendo bene che per fare una mostra di un certo rilievo serve una programmazione biennale. Nel frattempo, perché non immaginare una sorta di gemellaggio con altre località, per uno scambio di opere alla pari? Nelle regioni della magna Grecia ci sono decine di reperti negli scantinati dei musei. Potremmo esporli, prestando a nostra volta i reperti custoditi nei nostri contenitori culturali. Sarebbe un’ottima occasione di promozione».

Quali altri progetti vuole sviluppare?

«Il recupero e la valorizzazione delle fontane, che raccontano la storia e la cultura del nostro territorio. Ma anche la valorizzazione del sarcofago di Flavio Ostilio, che si trova alla Crepadona. Per trecento anni è stato in piazza Duomo, poi davanti alla farmacia Venturelli. Si può valutare di spostarlo, di ricollocarlo in una posizione centrale in città, magari proprio in piazza Duomo, affinché venga conosciuto e ammirato dai bellunesi e dai turisti. Può essere il sarcofago originale oppure una copia. Penso poi a mettere a frutto i fondi per completare l’Auditorium, e a valorizzare la storia della città trovando una soluzione per indicare gli antichi toponimi. Infine, ho già investito la giunta della necessità di eliminare le transenne dal centro storico, che costituiscono un elemento di degrado, e ho dato mandato agli uffici di andare a ritirare i poster con le immagini della città che avevo donato al Comune per abbellire le vetrine dei negozi sfitti e che la giunta precedente aveva dato all’Ascom. Voglio dare corso a quell’iniziativa. E infine bisogna pensare a restaurare i leoni accanto alla scalinata del teatro comunale».

L’altra sua delega è la sicurezza. Ha già dei progetti?

«Utilizzerò i Giovedì di sera per fare un presidio informativo sulla legalità, per spiegare alle persone e ai giovani cosa comporta ad esempio danneggiare un bene pubblico o una violazione del codice della strada. Si è detto, anche in consiglio comunale, che non è vero Belluno sia insicura: non voglio fare allarmismi, ma qualche problema c’è. Vorrei poi fare degli incontri di educazione alla legalità nelle scuole, e sul piano repressivo che il Comune si costituisse parte civile nelle situazioni in cui è possibile, per esempio quando si verifica il danneggiamento di un bene pubblico. Sarebbe un segnale importante».

Pensa vada potenziata la videosorveglianza?

«Voglio capire quante sono le telecamere attive in città, dove si trovano e se sono efficienti ed efficaci. Penso anche che vada potenziata l’illuminazione in certe zone, per aumentare la sicurezza».

Cosa risponde a chi teme che in città si sviluppino le ronde?

«Sono cose prive di fondamento. Io credo nel controllo di vicinato, nei capifrazioni come riferimento sul territorio, nella necessità di potenziare gli organici delle forze dell’ordine nelle regole e nella legge. Le ronde non sono la soluzione, lo sono il controllo e la prevenzione».

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