Biblioteche, ipotesi Bim per i finanziamenti

Il servizio di prestito sarà esternalizzato, ma bisogna trovare le risorse per pagare l’affidatario
paolo vendramini
paolo vendramini

BELLUNO. Lunedì a villa Patt la conferenza dei sindaci deciderà il destino del Servizio provinciale biblioteche. La responsabilità non è sua, ma prima di tutto dello Stato, che attraverso la legge Delrio ha definito la cultura come funzione non fondamentale, scaricandola quindi sulle spalle della Regione. E di palazzo Balbi per procura, visto che non ha ancora individuato le risorse necessarie a garantirlo (42 mila euro, meno di un terzo delle stime iniziali secondo cui servivano almeno 140 mila euro) per tenere in piedi il servizio, che comprende le due grosse aree del prestito di libri (sospeso a più riprese negli ultimi anni e ora in fase di chiusura per il pensionamento dell’addetto Fabio Pauletti al 19 di ottobre) e la catalogazione di titoli non presenti nel sistema Opac, arenata da più di un anno.

L’incontro sarà aperto al pubblico, che potrà assistere alla discussione. La presidente della Provincia chiederà mandato ai sindaci di esternalizzare il servizio, plausibilmente a una cooperativa. A patto che qualcuno trovi il modo di pagarla. La cifra necessaria è diminuita perché i due dipendenti rimasti a gestire le biblioteche (oltre a Pauletti, Eugenio Sief) erano passati sotto la Regione con l’inizio di quest’anno, assieme a molti altri colleghi di palazzo Piloni. Oltretutto Sief ha ottenuto l’inquadramento sotto l’ala del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Quindi di fatto i due posti resteranno scoperti nel giro di qualche settimana, e senza la possibilità di tapparli, visto che la Provincia non può indire un concorso per un incarico che non le compete più.

A rischio c’è un servizio consolidato, che è stato avviato una ventina di anni fa e che comprende biblioteche grandi e piccole, salvaguardando la permanenza dei centri culturali nei piccoli paesi e permettendo lo scambio di titoli con quelli meglio forniti, per utenza ed erogazioni economiche. Il timore concreto di molti dei bibliotecari è che si tornerà allo stadio primordiale di «isole», in cui ognuno pensava alla sua situazione, senza condividere una visione d’insieme.

L’appiglio a cui tende da tempo il consigliere provinciale con delega Paolo Vendramini è il Consorzio Bim, che potrebbe investire sul capitolo parte degli introiti dei sovracanoni idroelettrici. Lunedì si capirà se è una strada percorribile, o se entro breve sarà decretata la fine del Servizio provinciale delle biblioteche.

Francesca Valente

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