Bilancio 2016, rischio deficit di 18 milioni

L’allarme lanciato dall’ormai ex direttore generale nella sua relazione preventiva. «La Regione ci dia più risorse»
Di Paola Dall’anese
gian paolo perona- perona- belluno- zaia inaugura la nuova ala di pediatria all'ospedale San Martino
gian paolo perona- perona- belluno- zaia inaugura la nuova ala di pediatria all'ospedale San Martino

BELLUNO. «La Regione valuti la possibilità di adeguare le risorse finanziarie assegnate a questa Usl da destinare agli investimenti in conto capitale, altrimenti tutte le azioni messe in campo negli ultimi tre anni per contenere i costi saranno vanificate».

È questo il testamento “spirituale” lasciato dall’ex direttore generale del’Usl 1, Pietro Paolo Faronato al suo successore Adriano Rasi Caldogno, mettendo in allarme il nuovo dg, ma anche Venezia per la situazione economica in cui rischia di trovarsi l’azienda sanitaria bellunese.

Se il 2015 si potrebbe chiudere con una perdita di esercizio di oltre 5 milioni di euro (ma i conti definitivi si faranno più avanti), comunque al di sotto del tetto massimo di sforamento previsto dalla Regione (pari a 9.956.000 euro), il 2016 potrebbe avere una perdita di oltre 18 milioni di euro. Quindi superare di più di 8 milioni quanto prefissato da Venezia.

La preoccupazione di Faronato è evidente nella sua relazione al bilancio preventivo economico presentata alla fine del 2015. Una preoccupazione che riguarda non solo l’ambito sanitario, ma che mette a rischio anche quello sociale. «La questione, in questo ultimo caso», precisa l’ex dg, «è relativa alle disponibilità dei singoli comuni, che si trovano in difficoltà economica per i tagli imposti dall’alto».

Ma torniamo alla questione complessiva del bilancio economico preventivo per l’anno appena iniziato. «Questo peggioramento preventivato dei conti», ci tiene a precisare l’ex capo dell’azienda sanitaria, «è dovuto principalmente alla differenza delle voci di entrata inserite sulla base delle indicazioni regionali, alla spesa per la farmaceutica ospedaliera e per l’assicurazione. Dobbiamo considerare che a far salire i conti sono le spese per i farmaci nuovi per l’epatite C, ad esempio, per cui si ipotizza di spendere, nel 2016, 1.2 milioni di euro. Inoltre dobbiamo considerare la spesa di 1.144.000 euro per farmaci antitumorali e per le malattie rare, senza poi contare che nel 2016, invece, di un emofilico ne avremo due in cura».

Faronato evidenzia, inoltre, come la Regione non sembra tenere conto del tasso di anzianità della popolazione bellunese, la più vecchia del Veneto e, quindi, la spesa per gli acquisti di servizi sanitari per l’assistenza protesica è troppo bassa rispetto alle esigenze. Ma i conti potrebbero non tornare se non verrà assegnato il fondo indistinto che ancora per il 2015 deve essere trasferito. «E se questo non venisse dato anche quest’anno, l’ammontare della perdita potrebbe superare i 18 milioni di euro», dice Faronato che chiede più risorse a Venezia, «anche per permettere la realizzazione di interventi non più procrastinabili nelle strutture ospedaliere per la loro sicurezza. Il bilancio preventivo 2016 è stato fatto sulla base delle uscite, ma non tiene conto delle entrare reali visto che non sappiamo se ci saranno i soldi del fondo indistinto, ad esempio, e non sappiamo nemmeno se la somma che riusciremo ad incamerare con la vendita di alcuni immobili sarà quella pensata e considerata. Se tutti questi fattori non dovessero andare come previsto, allora le cose si farebbero molto critiche». E sugli investimenti l’ex dg precisa come «è necessario porre attenzione a questa voce, che costituisce un potenziale rilevante elemento di criticità attuale, e soprattutto in prospettiva futura. Anche le nostre attrezzature vanno cambiate perché molto datate. Il piano di investimenti 2016 rappresenta il fabbisogno minimale e non può essere ulteriormente comprimibile».

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