Bilancio da incorniciare per l’estate in Val Visdende
«La Val Visdende conferma di essere un’importante attrazione turistica per tutto il Comelico. Siamo soddisfatti dell’andamento di quest’ultima stagione estiva».
Parola di Valter Cesco Cancian, presidente della Regola di Presenaio a cui anche quest’anno è stata affidata la gestione turistica della meravigliosa valle che Papa Giovanni Paolo II definì “Tempio di Dio, inno al Creatore”.
«Dai primi dati in nostro possesso – afferma il presidente della Regola Cesco Cancian – possiamo dire di aver sostanzialmente confermato i numeri ed il successo dello scorso anno, nonostante la stagione meno clemente e la partenza con un settimana di ritardo, con circa 11 mila passaggi di veicoli ed un incasso di 62 mila euro per quanto riguarda i parcheggi. Perché, ci tengo a ripeterlo, in valle non esiste alcun pedaggio all’ingresso, quanto piuttosto la richiesta del pagamento della sosta. Un parcheggio, insomma, su una proprietà privata delle Regole, tant’è che un qualsiasi mezzo, se non si ferma, può entrare in valle, fare un giro e uscire senza sborsare neppure un centesimo».
Eppure c’è chi obietta che voi effettuiate una riscossione di denaro su proprietà pubblica.
«Del tutto errato, per il semplice motivo che non esiste alcun suolo pubblico da occupare in Val Visdende. Tutti i terreni, infatti, sono proprietà privata delle Regole. L’equivoco in realtà nasce perché negli anni Ottanta il Comune di San Pietro tentò di far pagare il pedaggio all’ingresso ma, non avendo a disposizione appunto alcuna proprietà in loco dove far parcheggiare i mezzi, di fatto l’esperimento non fu più proseguito».
Quindi i parcheggi sono vostri?
«Sì, le Regole hanno effettuato i necessari mutamenti di destinazione di quelle aree affinché, anche sotto il profilo urbanistico, non vi fossero incongruenze o problemi. Ne consegue chiaramente che i Comuni non hanno alcun titolo per delegare le istituzioni regoliere, e le ordinanze vengono adottate di fatto come si trattasse di una qualsiasi attività privata (bar o altro) dove l’ente pubblico, secondo le sue prerogative, stabilisce orari, limiti».
Tutto regolare, dunque?
«Certamente, come accade da circa vent’anni, sulle aree di nostra proprietà. Ma vorrei sottolineare qualche ulteriore aspetto, che forse a qualcuno sfugge. Gli incassi derivanti dalle soste estive non coprono neppure la normale manutenzione delle rete viaria, e quasi annualmente le comunioni familiari realizzano altre strade silvo-pastorali a beneficio anche dei turisti che possono percorrerle a piedi o in bicicletta. Senza il nostro intervento per la viabilità in valle, non solo non si potrebbe più transitare lungo le strade silvo-pastorali, ma neppure in quelle di libero transito e forse verrebbe messo a rischio perfino l’ingresso alla valle stessa, manutenzione a carico di Veneto Strade o meno. A titolo esemplificativo, citando solo gli interventi di manutenzione straordinaria sulla viabilità più trafficata, si parla di oltre mezzo milione di euro per l’asfaltatura della valle, da Cima Canale verso Costa d’Antola e verso forcella Zovo e oltre 300. 000 per il giro delle malghe». —
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