Bilancio: "Un commissario in Provincia"
Levis: Non costerebbe nulla. Orsini: Basta coi tagli lineari
Palazzo Piloni, sede della Provincia
BELLUNO.
«La giunta deve dimettersi, non ha più capacità politica per agire. Ma visto che una giunta costa, io opterei per un commissario che non costa nulla. E malgrado gli amministratori vogliano stare lì, sarebbe più onesto verso i cittadini se se ne andassero».
Sulla vicenda del bilancio di previsione 2011 della Provincia interviene il capogruppo dell'Italia dei valori, Angelo Levis, che nota anche come «il problema fosse noto da un anno, ma in questo tempo non hanno coinvolto le minoranze, si sono mossi all'ultimo minuto. La filiera di centrodestra da Belluno a Roma non ha funzionato».
Il Pd.
«È intollerabile che il presidente Bottacin non abbia voluto informare il consiglio provinciale su come stavano le cose, sapendolo da tempo e potendo così mobilitare tutte le energie a disposizione, tra cui le minoranze. Infine, quello che durante la campagna elettorale era stato venduto come la sicurezza di un occhio di riguardo verso una provincia amministrata da politici dello stesso colore qui e a Roma, si è dimostrato una punizione, visto che qui i tagli sono stati più duri, anche se non ci sono mai stati sprechi. Siamo di fronte al fallimento del centrodestra».
Il capogruppo del Pd a palazzo Piloni, Renzo Crosato si dice convinto che sia venuto il tempo per la giunta Bottacin di tornare a casa. «Questa compagine, che si era proposta come una svolta per il territorio, ha fallito miseramente tagliando fondi ai servizi e aumentando i biglietti, gravando ancora di più sui bilanci familiari già così magri. Con queste prospettive non possono mettere in campo alcuna iniziativa e quelle che ci sono, sono destinate a morire. Gli stessi dipendenti di palazzo Piloni sono incerti sul loro futuro. In un territorio che avrebbe bisogno di maggiore attenzione, il presidente della Provincia non trova di meglio da fare che dedicarsi all'Aci».
Secondo Crosato, margini di intervento per sistemare il bilancio c'erano. «Si pensi ai canoni idrici: ma bisognava muoversi per tempo chiedendo alla Regione una legge per derogare sui limiti del loro impiego».
La Cisl.
«Pensavo che il problema si sarebbe risolto, visto che si erano interessati esponenti del governo, ma invece si parla di commissariamento e questo non può che essere giudicato come un fatto grave», sottolinea anche la segretaria della Cisl, Anna Orsini, che aggiunge: «Il quadro non mi è del tutto chiaro, ma quello per cui ci siamo sempre battuti è che il taglio non fosse lineare e che non si penalizzasse una Provincia che non ha mai sprecato risorse. Sicuramente, la situazione che si è creata suona molto strana in un ente che è governato dal centrodestra, così come i massimi vertici politici dalla Regione al governo centrale. Le difficoltà economiche ci sono», conclude Orsini, «ma non sono imputabili nè a questa nè alle precedenti giunte. Ora però i soldi che servono vanno trovati». (p.d.a.)
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