Bim Gsp, sindaci spaccati sulla fiducia al Cda

Una quindicina hanno votato a favore del piano di riorganizzazione del personale «Chi l’ha bocciato vuole il ritorno al sistema vecchio, serviva una discontinuità»
Assemblea Bim alle Catullo
Assemblea Bim alle Catullo

BELLUNO. «Un errore aver bocciato la riorganizzazione aziendale. Il voto positivo avrebbe permesso di dare un segno di discontinuità dalla precedente amministrazione». A prendere posizione una quindicina di sindaci del Bellunese che lunedì sera, dopo cinque ore di assemblea di Bim Gsp, hanno votato a favore del piano di riordino del personale presentato dal Cda. A votare contro soltanto 16 (8 gli astenuti). Una spaccatura tra i sindaci non indifferente che potrebbe pesare anche sulla fiducia al Cda e sull’attività della società.

Da un lato molti chiedono che il presidente Leonardi se ne vada, dall’altro c’è chi vuole che resti. E nel mezzo lo stesso Leonardi, che ieri non ha voluto fare alcuna dichiarazione in proposito. Posizioni che rischiano di bloccare ancora una volta l’attività della società, che si trova di fronte a scadenze importanti come la gara del gas, che dovrà essere fatta entro agosto: in gioco c’è la gestione delle reti e la possibilità di calmierare i prezzi.

I detrattori. «La questione base è la fiducia al Cda», precisa Bortolo Sala, sindaco di Borca. «Inutile che i sindaci attendano che il Cda prenda da solo la decisione di andarsene, serve fare un ordine del giorno ad hoc e contarci. I consiglieri non possono giungere senza proposte, dopo che da mesi chiediamo un piano di rientro», sbotta Sala. A dargli man forte il sindaco di Zoldo Alto, Roberto Molin Pradel, che in assemblea ha detto: «È una mancanza di rispetto essersi presentati in assemblea senza un piano, così si prendono per i fondelli i sindaci. Un mese fa avevamo approvato un documento in cui si chiedeva il piano di riorganizzazione del personale, ma quello presentato l’altro ieri non riportava quanto da noi chiesto. Se il Cda non è in grado di gestire questa situazione, forse dovrebbe trarne le conseguenze. Dobbiamo però trovare al più presto una via d’uscita a questa situazione».

Lo stesso vale per Luca De Carlo, sindaco di Calalzo. «Cosa ci sta a fare un Cda che non porta a casa nulla?», si chiede. «Spero che il presidente si sia accorto che non ha più una maggioranza che lo sostiene. Si è visto ieri in determinati punti chi aveva le idee chiare», dice riferendosi a Salton, membro uscente. Ed è proprio la posizione di alcuni sindaci a far pensare ad altri colleghi che sotto ci sia la volontà di rimpiazzare Leonardi proprio con Salton. «Lunedì è stata una riunione grottesca, io sono rimasta allibita e rattristata», precisa Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano. «La mia intenzione fino a ieri non era quella di sfiduciare il Cda, ma visto che non portano elementi concreti... »

I sostenitori. A sostenere almeno in parte l’operato del Cda ci sono i 15 sindaci che hanno votato a favore della riorganizzazione del personale della società. «Votare a favore significava dare un segno di discontinuità», precisa il primo cittadino di Forno di Zoldo, Camillo De Pellegrin. «Era fondamentale andare avanti con la riorganizzazione: senza un direttore amministrativo le cose si complicano», dice anche l’assessore di Ponte nelle Alpi, Ezio Orzes. «Chi ha votato contro a questo punto aspira a una restaurazione, un ritorno al sistema che ci ha portato in queste condizioni», conclude De Pellegrin. Della stessa opinione il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin: «Mi ha sorpreso il voto contrario di Belluno. Quello del personale era un punto fondamentale per innestare la discontinuità e chi non l’ha voluta sono poi i sindaci che hanno supportato l’azione di Bim Gsp». (p.d.a.)

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