Bim Gsp taglia spese e debito e progetta nuovi investimenti
Spese di gestione ridotte di altri 300 mila euro, debito sceso a 34 milioni e dieci milioni di nuovi investimenti grazie alla cassa generata. L’assemblea dei soci di Bim Gsp ha approvato ieri, all’unanimità (presenti una trentina di amministratori), il bilancio preconsuntivo 2018 e il piano industriale 2019-2021. I dati dell’anno che si sta per concludere sono positivi, come ha spiegato l’amministratore unico della società, Giuseppe Vignato. I ricavi sono stabili a 30 milioni di euro, in linea con l’anno precedente. Non sono aumentate le tariffe e i consumi sono ormai consolidati a 14 milioni di metri cubi.
MENO SPESE
Le spese gestionali sono state ridotte di 300 mila euro rispetto al 2017 e complessivamente di 4,3 milioni dal 2012. Gsp spende meno anche grazie alla continua riduzione dell’indebitamento bancario. «Nonostante i danni subiti con la calamità del 29 ottobre, siamo riusciti a contenere le spese grazie agli investimenti realizzati e rivelatisi lungimiranti, ma anche grazie all’efficienza e all’elevata professionalità raggiunta dai nostri tecnici e dai reparti operativi assieme alla collaborazione con le imprese edili, tutte bellunesi, con cui lavoriamo», continua Vignato.
CALA IL DEBITO
Buono l’andamento degli incassi (il 99% dei bellunesi paga le bollette dell’acqua), la cassa generata nel 2018 è stata di 15 milioni di euro, utilizzati per finanziare 10 milioni di nuovi investimenti senza accendere nuovi mutui bancari (anzi riducendone per 5 milioni). I debiti totali sono così scesi a quasi 34 milioni, meglio delle previsioni fatte un anno fa. Nel 2011, l’annus horribilis di Gsp, il debito era arrivato a 89 milioni di euro. Il patrimonio netto è salito a 35 milioni, con un aumento di 22 milioni di euro dall’inizio della gestione Vignato.
INVESTIMENTI
Superando quanto fatto nel 2017, nel 2018 sono stati realizzati investimenti per oltre 10 milioni di euro: lavori a cui Bim Gsp destina il 38% (72% con le manutenzioni) della tariffa pagata dagli utenti. Un centinaio le opere ultimate, le principali sono il completamento dei depuratori di Falcade, Longarone e Mel, l’avvio dei nuovi acquedotti di Col Coltron-Piaia e Col Coltron-Fiammoi, il completamento di quelli di Limana, Pieve di Cadore, Belluno l’Anta, la realizzazione del nuovo acquedotto a Rocca Pietore (costruito in meno di un mese), la posa delle nuove fognature a Livinallongo e Lozzo, Sedico-Oselete, Belluno e Tambre.
Dal 2013 sono stati effettuati investimenti per 39 milioni di euro: «Stiamo contribuendo a migliorare la qualità ambientale e recuperando il gap infrastrutturale del sistema idrico provinciale», aggiunge Vignato.
RICOSTRUZIONE
Il piano industriale prevede per i prossimi tre anni fatturati stabili a 30 milioni di euro annui con tariffe invariate, costi operativi decrescenti e nuova cassa generata nel triennio per complessivi 33 milioni di euro. Quest’ultima sarà utilizzata per finanziare 27 milioni di investimenti e ridurre l’indebitamento bancario di ulteriori 6 milioni entro il 2021. «Il nostro primo obiettivo, già in corso, è ricostruire entro un anno tutte le opere danneggiate dall’alluvione, con uno sforzo finanziario a breve di 10 milioni di euro», dichiara Vignato, «e in aggiunta realizzare il più possibile di quanto pianificato dai sindaci con l’ultimo piano d’ambito di 165 milioni di euro per i prossimi 15 anni».
Tra gli obiettivi strategici restano la salvaguardia ambientale, la riduzione delle perdite, l’interconnessione delle reti acquedottistiche per aumentarne l’efficacia e l’installazione di impianti di pompaggio ad elevata efficienza energetica.
NUOVE OPERE
Tra le principali opere in piano ci sono il completamento dei nuovi acquedotti da Col Coltron a Piaia e a Fiammoi-Belluno, quelli delle valli Anfela e Antelao a Pieve di Cadore, di Cortina, Fonzaso e Lamon, della Val Biois da Canale d’Agordo a Cencenighe, il potenziamento di quello della Val Clusa (che alimenta Belluno, Sedico e tutta la sinistra Piave fino a Valdobbiadene); l’ammodernamento dei depuratori di Agordo, Livinallongo, Sedico e Selva e l’avvio dei lavori di quello di Borca; la posa di nuove reti fognarie ad Alleghe, Belluno, Feltre, Pedavena, Seren e Valle di Cadore. Un piano da 27 milioni che prevede fognature e depuratori di ultima generazione, che richiedono meno energia e che producono meno fanghi. —
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