Bim Gsp, torna la tassa ma solo per i nuovi utenti
BELLUNO
Aumenti e austerity per salvare Bim Gsp. Dopo il rinnovo del cda, i sindaci dei 67 Comuni soci sono pronti per un nuovo appuntamento, domani, all’assemblea dell’Ato. All’ordine del giorno ci sono varie delibere a partire dalla famosa “tassa” di 100 euro a utenza, al momento abbandonata e trasformata in deposito cauzionale a carico solo dei contratti stipulati dal primo gennaio 2012. Le nuove utenze domestiche pagheranno 80 euro, quelle non residenziali 120, le altre 100 euro e 300 le grandi utenze, cioè quelle con consumi che superano i 500 metri cubi l’anno. La cauzione va pagata anche in caso di subentro e verrà restituita, con gli interessi, entro 30 giorni dalla cessazione del contratto. Nella delibera che istituisce la cauzione, l’Ato giustifica questo provvedimento non con i forti debiti accumulati da Bim Gsp e con la necessità di fare cassa, ma con il gran numero (non precisato) di clienti morosi.
Contenere i costi operativi di Bim Gsp è uno degli obiettivi obbligati della nuova gestione. Ato e gestore, entro il 20 dicembre, dovranno presentare all’assemblea del controllore un’analisi dei costi aziendali allo scopo di ridurli. Il mandato però è anche quello di valutare la possibilità di internalizzare il più possibile le attività di progettazione e direzione lavori. Con circa 200 dipendenti, dei quali i due terzi impiegati, Bim Gsp dovrebbe essere in grado di fare qualche progetto, almeno i più semplici, abbandonando la pratica seguita in questi otto anni, nei quali ogni elaborato è stato affidato a professionisti esterni. Pare che le consulenze professionali ammontino ad alcuni milioni di euro. L’ordine, d’ora in poi, sarà quello di rendere operativa la struttura tecnica di Bim Gsp, ricorrendo alle consulenze esterne solo per i casi più complessi.
Tornando alle stangate, aumenta il costo degli allacci, che finora venivano in media 365 euro, ma Bim Gsp ha dichiarato che alla società costano 1.173 euro con un deficit annuo di oltre un milione e mezzo. D’ora in poi varrà il criterio della copertura totale.
Lo stesso principio sarà applicato alle utenze extra ambito e, leggendo la delibera, viene da chiedersi per quale motivo i sindaci non ci abbiano pensato prima. L’acquedotto della Valbelluna porta nel trevigiano circa 2,5 milioni di metri cubi l’anno. Non è molto, ma per un motivo misterioso, finora l’acqua è stata venduta a 0,06 euro al metro cubo, a fronte di un costo di 0,17 con un deficit annuo di 275 mila euro, da sempre assorbito dalla tariffa applicata ai bellunesi.
Un altro buon motivo per essere arrabbiati con i sindaci dell’Ato-Bim Gsp, oltre ai 75 milioni di euro (e anche di più) di debiti accumulati in pochi anni senza fare nulla.
Dopo aver discusso del progetto regionale di riorganizzazione degli Ato (senza più le Province), verrà anche affidato mandato al Comitato istituzionale di predisporre un nuovo piano degli investimenti, corredato da relativa copertura finanziaria. Nel frattempo, cioè fino all’approvazione del nuovo piano, qualsiasi opera viene bloccata, perché la delibera del luglio scorso non basta e anzi la criticità finanziaria di Bim Gsp rischia solo di acuirsi. Il comitato avrà un altro mandato: calcolare l’adeguamento tariffario (oltre a quello del 5% già fatto a luglio) per il 2010-2011.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi