Bim Gsp: «Un percorso strano per il nuovo cda»

Bim Gsp, tutte le perplessità del sindaco di Cortina: «Non si possono scaricare sui cittadini le colpe degli amministratori»

BELLUNO

«Affrontare con responsabilità e buonsenso i problemi di Bim Gsp». Il nuovo cda della società dell'acqua si è appena formato quando il sindaco di Cortina Andrea Franceschi decide di affrontare un paio di argomenti. Il primo riguarda la "cauzione" di 100 euro ipotizzata dai saggi: «Anch'io l'ho definita una tassa, perché la considero illegittima, sono sempre stato contrario e sono sollevato dal fatto che, al momento, sia tramontata».

In assemblea Franceschi aveva manifestato la volontà di caricare l'intera quota dell’eventuale tassa sul bilancio comunale, ipotesi che ha scatenato le proteste dei colleghi sindaci: «Lui che è un Comune ricco se lo può permettere, ma noi no e ci fa fare una brutta figura». «Secondo me quella tassa scaricava sui cittadini i problemi causati dagli amministratori. Questo non è essere responsabili. Bisogna fare come in ogni famiglia: prima si pagano i debiti e poi si pensa a spendere per altro. Il mio bilancio lo gestisco io come meglio credo e per me aiutare i cittadini è la priorità; è chiaro che anch'io dovrei rinunciare a fare altre cose, ma è indispensabile dimostrare senso di responsabilità».

È come se a Cortina venisse rimproverata la sua ricchezza: «È vero, abbiamo disponibilità maggiori di altri, ma nessuno dice che siamo tra quelli che fanno incassare di più a Bim Gsp, tra attività alberghiere, servizi e seconde case». Eppure non basta, perché a Franceschi viene spesso rinfacciato il nuovo depuratore: «Perché non sanno come stanno le cose. Cortina ha trasferito a Bim Gsp una rete idrica in buone condizioni (in parte privata) e il depuratore, costruito a spese del Comune, è stato consegnato finito per 18mila utenze e strutturato per l'ampliamento ad altre 18mila. Mancano gli impianti di questa parte, ma non è vero che vogliamo far spendere alla società, e quindi a tutti i Comuni soci, milioni per un depuratore da 50 mila utenze».

Franceschi ha una visione corretta di quello che è successo in Bim Gsp e che ha portato al buco da oltre 75 milioni di euro: «C'è un concorso di colpa iniziale, ma poi bisognava capire prima che i conti non tornavano, evitare di fare investimenti superiori alle capacità aziendali e aggiornare la tariffa. Insomma, tutti sono colpevoli, ma è chiaro che chi sta davanti (il cda) è il più esposto. Onori ma anche oneri».

Eppure tra molti sindaci c'è il fuggi fuggi e anche nella gestione di questa fase l'atteggiamento non cambia. Franceschi, ad esempio, si è astenuto su Gildo Salton: «Non lo conosco, il problema sta nella gestione delle candidature del cda: nell'assemblea di vallata un sindaco ha presentato un curriculum, ha chiesto se ne avevamo altri e così Salton è andato ai voti. Ma nessuno si era preparato, non era chiaro che bisognava arrivare con dei nomi. Per me questo percorso è strano: sarebbe stato più corretto trovare un manager secondo i metodi classici dell'avviso pubblico. E' singolare che questa provincia abbia solo tre nomi disponibili e non vedo quel segno di discontinuità auspicato».

Franceschi, in ogni caso, sostiene la necessità di salvare Bim Gsp e la gestione pubblica dell'acqua , partendo dalla vendita delle quote di Ascotrade: «E' una scelta dolorosa, un peccato, ma serve una boccata d'ossigeno e dobbiamo agire con buon senso», nel lungo termine vanno bene le altre ipotesi fatte, dalla riduzione dei costi al taglio delle opere.

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