Bim raddoppia gli aiuti, Fcc trova il resto: salvati gli sconti sugli autobus scolastici

Tariffa minima unica nell’intera provincia, la manovra confermata per un anno. Al lavoro per renderla strutturale

Alessia Forzin

BELLUNOInvesti scuola è salvo. Anche nel prossimo anno scolastico gli studenti di tutta la provincia potranno andare a scuola con i mezzi pubblici pagando la stessa cifra per l’abbonamento, indipendentemente dalla località di residenza. I costi sono rimasti gli stessi dello scorso anno: 295 euro per dieci mesi di viaggi, andata e ritorno, 330,50 euro per dodici mesi.

A pagare il servizio saranno il Fondo Comuni di confine, con 880 mila euro, e il Consorzio Bim, che metterà sia la sua quota (220 mila euro) che quella spettante alla Provincia (220 mila euro): Palazzo Piloni ha il bilancio ridotto all’osso, e in parte corrente non ci sono margini di manovra. Il Consorzio dei Comuni è venuto incontro all’ente, e al territorio, raddoppiando il suo contributo e permettendo così di garantire Investi scuola anche per l’anno 2022/2023.

«È stato un percorso molto difficile», ricorda il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Ringrazio il Consorzio Bim per esserci venuti incontro. In questo momento non avremmo potuto mettere a disposizione la nostra quota ed era fondamentale trovare le risorse per garantire un servizio di equità sociale come questo».

L’ALLARME E LA SOLUZIONE

Investi scuola era saltato a giugno. Chiusa la sperimentazione, durata cinque anni, il Fondo Comuni di confine aveva chiuso i rubinetti. E senza quelle risorse, era impossibile garantire il proseguimento del progetto. Nelle settimane successive c’è stato un grande lavoro del presidente del comitato paritetico, Dario Bond, che ha cercato di far passare un concetto: il contributo per Investi scuola va sì a finanziare una spesa corrente, ma si tratta in fondo di un investimento per le famiglie. Utilizzando le economie fatte negli scorsi anni, ovvero i soldi avanzati, sono stati così messi a disposizione gli 880 mila euro che, di fatto, garantiscono un altro anno di abbonamenti agevolati per gli studenti di tutta la provincia.

COINVOLTE CINQUEMILA FAMIGLIE

«Ci sono famiglie che arriveranno a risparmiare fino a 600 euro», evidenzia il presidente di Dolomitibus, Andrea Biasiotto. «È stato un grande lavoro di squadra, che ha portato ad un risultato importante. Investi scuola è una misura fondamentale in un territorio vasto e poco popolato come il nostro». Sono coinvolte circa cinquemila famiglie.

La vera sfida, aggiunge Biasiotto, sarà rendere strutturale la misura. Bond, ma anche Padrin e Roger De Menech, sono già al lavoro per trovare una soluzione economica che consenta di non vivere con il fiato sospeso ogni anno e garantire continuità al progetto senza vivere su una continua sperimentazione.

LA SFIDA: RENDERLO STRUTTURALE

«Questo è forse il progetto più significativo che abbiamo avviato con i fondi di confine», prosegue De Menech. «Applica veramente il concetto di area vasta, perché tutta la provincia ha lo stesso trattamento; è un investimento per il futuro; mette tutti gli studenti sullo stesso piano. È una misura che dobbiamo portare avanti, e lavorare per rendere strutturale».

«Siamo di fronte ad una crisi epocale», rimarca Bond. «Non potevamo permettere che saltasse Investi scuola. Ho parlato con i sindaci quando si era chiusa la sperimentazione, nessuno sarebbe stato in grado di mettere le risorse necessarie perché anche i bilanci dei Comuni sono in difficoltà. Il lavoro di squadra ha permesso di lasciare una traccia, di far passare il concetto che siamo di fronte a una spesa che per le famiglie è un investimento».

RIMBORSI PREGRESSI ENTRO FINE ANNO

La Provincia, intanto, ha messo in piedi una task force per chiudere le rendicontazioni e liquidare i rimborsi alle famiglie che li attendono da due o tre anni. «Chiuderemo questa pratica entro fine anno», dichiara il presidente Padrin.

Argomenti:mobilità

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi