Bimba caduta nel torrente, lieve miglioramento
SELVA DI CADORE. Nello scarno comunicato diramato nella serata di ieri dal personale medico nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santa Chiara di Trento si leggono due parole che autorizzano alla speranza: leggerissimo miglioramento.
Ha superato la notte la bambina veneziana di sei anni che domenica pomeriggio, dopo essersi allontanata dall’area giochi di Santa Fosca, località sciistica a Selva di Cadore, era scivolata nel torrente Loschiesuoi, distante circa 400 metri dal luogo dove si trovava con i genitori.
Una caduta che, sommata alla prolungata permanenza nelle gelide acque del torrente, aveva provocato una gravissima forma di ipotermia e causato l’arresto cardiaco.
Dopo un primo tentativo di rianimazione operato dagli uomini del Soccorso alpino, la bambina era stata ventilata e intubata sul posto dal personale medico dell’elicottero Pelikan di Bressanone, per poi essere elitrasportata all’ospedale di Trento. Una disperata corsa contro il tempo resa ancor più drammatica da un secondo arresto cardiaco che ha colpito mentre l’elicottero era in volo.
Dopo l’arrivo in ospedale (Trento era stata scelta in quanto destinazione più vicina rispetto a Padova e Treviso) il ricovero in rianimazione e l’avvio delle procedure di contrasto all’ipotermia, compresa la circolazione extracorporea per diminuire lo sforzo cardio-polmonare. Nonostante il leggero miglioramento riscontrato dai medici trentini la prognosi resta riservata, tanto che la bambina non è stata considerata fuori pericolo di vita.
Ieri, intanto, parenti e amici della famiglia si sono riuniti in preghiera nella chiesa dei Carmini, in pieno centro storico a Venezia, dove la bambina risiede con i genitori.
Un incidente, quello di Selva di Cadore, sul quale la Procura di Belluno ha immediatamente disposto l’apertura di un’inchiesta per valutare se vi siano o meno responsabilità di terzi, con i carabinieri di Cortina d’Ampezzo che già ieri hanno consegnato al magistrato una prima relazione sull’accaduto.
Gli investigatori dell’Arma hanno svolto gli accertamenti e sentito vari testimoni, giungendo alla conclusione che la dinamica sarebbe proprio quella di una fatalità.
Le prime ricostruzioni, infatti, hanno confermato che la piccola, mentre stava giocando nell’area giochi nei pressi della Baita del Campetto, il campo scuola di Santa Fosca, si è improvvisamente allontanata, scomparendo dalla vista dei genitori.
La bambina avrebbe percorso a piedi alcune centinaia di metri, prima nelle neve battuta e poi in quella fresca, fino a giungere in prossimità di un boschetto. Infilatasi tra le ramaglie, ha quindi percorso ancora qualche decina di metri prima di scivolare, a più riprese, sul piccolo argine del torrente Loschiesuoi, un piccolo corso d’acqua seminascosto dalla neve e dalla boscaglia.
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