«Bio, un mercato in crescita»
BELLUNO. Nessun colpo di testa. L'idea di convertire una piccola parte della produzione lattiero-casearia di Lattebusche al biologico circolava per gli uffici già da un po’. La proposta ai produttori del Comelico e di Sappada (per ora) è arrivata dal direttore Antonio Bortoli e dal presidente Augusto Guerriero in persona, non più tardi di un mese fa.
«Dall’analisi dei consumi degli italiani, il biologico sta crescendo a doppia cifra, assieme a una serie di nicchie importanti che vanno in una direzione prettamente salutistica», afferma Bortoli, «nel settore agroalimentare i consumi lattiero-caseari hanno subito in generale una forte contrazione nell'ultimo periodo, tranne appunto i prodotti bio, quelli di capra e i delattosati. Probabilmente è dovuto a una serie di intolleranze che si stanno manifestando in modo sempre più diffuso e che fino a poco tempo fa o non erano state riscontrate, o non erano state adeguatamente controllate. Noi abbiamo tentato questa strada già dieci anni fa con il gelato bio, ma evidentemente era una proposta troppo avanti per l'epoca e non abbiamo avuto il riscontro sperato da parte dei consumatori».
Oggi invece i tempi sembrano maturi: «L'area più montana del Bellunese, che ha le condizioni più vantaggiose per intraprendere colture con tali caratteristiche, è stata sondata per capire innanzitutto la disponibilità degli allevatori», prosegue il direttore della cooperativa, «prima di intraprendere qualsiasi azione però abbiamo bisogno del riscontro commerciale, suffragato dai numeri, della crescita costante del settore. Da parte nostra siamo convinti che potremmo avere delle opportunità, ad esempio nella lavorazione dei formaggi di capra (bio) o nel confezionamento del latte fresco, proponendo una piccola quantità di nicchia: stiamo sempre parlando di un mercato che copre l’1 o 2 per cento del settore in Italia».
«Al momento stiamo approfondendo le problematiche che potremo incontrare in questo percorso», aggiunge il presidente Augusto Guerriero, «le stalle vanno adeguate, le vacche vanno nutrite solo con prodotti bio e il disciplinare di lavorazione rispettato pedissequamente. Ma speriamo di avere risposte definitive da dare entro la fine di quest'anno».
Le prime note, incoraggianti, sono arrivate lunedì a seguito di un sopralluogo da parte dei tecnici Lattebusche nelle stalle di alcuni dei produttori di alta montagna interessati. «Il mercato va sviluppato, partiremo quindi con una piccola quantità. La rete commerciale è talmente importante che il latte sarà piazzato al giusto prezzo. Se il mercato poi chiederà aumenti di produzione, cercheremo di allargare la proposta ad altri produttori. L'ideale sarebbe arrivare alla conversione a biologico dell’intera vallata bellunese».
Per i produttori convertiti la remunerazione sarà più alta, non tanto come premio produzione, ma perché è il prodotto a valere di più sul mercato. Anche perché Lattebusche lo inserirebbe in una gamma di prodotti altamente qualificati. La proposta è fatta.
Francesca Valente
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