Biodistretto, Feltre è già partita
BELLUNO. Avrebbe dovuto essere l’ultima grande soddisfazione del consiglio comunale. Lo è solo in parte. Nell’ultima seduta utile prima della fine della consiliatura, mercoledì pomeriggio, è stato portato un ordine del giorno condiviso da quasi tutti i capogruppo sul biodistretto. «Un’opportunità per la nostra provincia», si era detto nei giorni precedenti il consiglio. Ma Belluno dovrà accodarsi a Feltre, che è stata più veloce ad avviare il percorso per istituire un biodistretto nel territorio.
Per questo è stato modificato l’ordine del giorno: è stato eliminato il tavolo tecnico che avrebbe dovuto costituirsi in Provincia per coordinare tutti gli attori del progetto ed è stato inserito un capoverso nel quale si esplicita che il Comune di Belluno esprime la sua disponibilità a creare una rete territoriale allargata, partendo però dai soggetti che hanno avviato questo percorso. Ovvero dal Comune di Feltre, l’istituto Agrario, il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, l’Università di Padova, la società agricola Bioalpi di Cesiomaggiore e l’associazione veneta dei produttori biologici e biodinamici.
Questi soggetti si sono mobilitati per approfondire la fattibilità tecnica e socio-economico del processo per la costituzione del biodistretto e all’interno del Piano di sviluppo rurale il progetto è stato finanziato con 46 mila euro.
A Belluno, dunque, non è rimasto che fare un passo indietro. Che il lavoro per lanciare il biodistretto arrivi tardi era stato evidenziato nei giorni precedenti il consiglio da Sergio Marchese e Irma Visalli, due consiglieri che hanno lavorato al documento da portare in aula. In ogni caso, la Visalli nel presentare il biodistretto ha ricordato che si tratta di un’opportunità per la provincia, perché se abbinato al marchio “Dolomiti” potrebbe costituire anche un volano turistico per l’intero territorio. Senza contare tutto quello che significherebbe in ottica di valorizzazione dell’agricoltura.
L’ordine del giorno non è stato discusso. Visto il percorso travagliato che ha vissuto l’operazione, i numerosi emendamenti apportati al testo e il fatto che ci sono già altri soggetti che hanno avviato il percorso (al quale Belluno parteciperà), si è preferito procedere direttamente con la votazione. I ventisei consiglieri in aula in quel momento (non c’era il presidente dell’Unione montana) hanno votato tutti a favore. (a.f.)
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