Biogas ottenuto dal letame due agricoltori ci provano
SANTA GIUSTINA. Ha aperto la sua sede ieri mattina Hrs Energy Holding Srl, una società che punta a far radicare anche nel bellunese lo sviluppo degli impianti di produzione di energia e biogas partendo dal letame. «Stiamo proponendo alle aziende una prospettiva di sviluppo concreta per crescere», spiega l’ingegner Carlo Ippolito, dell’omonimo studio tecnico romano, partner in questa attività e che segue direttamente la progettazione degli impianti. I promotori locali dell’iniziativa sono due allevatori della Valbelluna, Pietro Tres di Lentiai e Massimiliano Burlon a Santa Giustina, che hanno cercano una prospettiva concreta di sopravvivenza e di crescita futura per le proprie aziende e che oggi vogliono proporla anche ad altri allevatori. «Ormai con l’allevamento e la coltivazione non si arriva a fine mese, il prezzo del latte non copre il costo a produrlo e non ci sono prospettive di crescita in questo campo», spiegano i due allevatori.
Tres ha messo a frutto le sue conoscenze maturate in anni di lavoro in Svizzera trovando una società che ha sviluppato impianti che utilizzano il letame come elemento base per la fermentazione di tutti gli scarti e i materiali agricoli per produrre energia elettrica e biogas, o meglio biometano, un componente che, nel prossimo futuro, sarà l’unico a beneficiare degli incentivi per le energie rinnovabili, i “certificati verdi” che hanno finora favorito il proliferare delle minicentrali idroelettriche sui nostri corsi d’acqua. Questa società si pone come partner dell’allevatore, finanziando la costruzione dell’impianto e garantendo un introito stabile nel tempo e un impiego redditizio per materiali come il letame o le eccedenze di produzione agricole che invece spesso gli agricoltori si trovano a svendere o a buttare. La proposta attuale che viene fatta agli allevatori interessati è di un impianto da 100 chilowatt, quello che ha i minori obblighi burocratici, per il quale la società si incarica di seguire tutto l’iter di progettazione e realizzazione.
«Questi impianti non hanno grossi costi di realizzazione e sono facilmente gestibili con i materiali propri dell’azienda e sono in grado in breve tempo di riportarne i bilanci in attivo», spiega ancora Ippolito. Questo tipo di impianti sono vantaggiosi per gli allevatori, che dispongono delle materie prime necessarie, perdono la loro utilità se dovessero essere acquistate. La proposta di Hrs Holding è quella di un consorzio tra produttori, per darsi supporto reciproco. L’ufficio aperto a Santa Giustina, nel complesso commerciale di Via Roma, nei locali che ospitavano l’agenzia Leonardo, vuole essere un punto di riferimento non solo per conoscere questa possibilità e per analizzare, le prospettive di realizzazione nelle proprie aziende, coinvolgendo degli esperti, ma anche un punto di incontro per gli operatori del settore, per occasioni di formazione e di conoscenza di nuove tecnologie applicabili all’agricoltura.
Anna Apollonia
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