«Bisogna scegliere il progetto migliore per gli utenti locali»

Dorfmann (Svp) torna sul Treno delle Dolomiti ma anche sull’A27 e annuncia il suo Sì al referendum costituzionale
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Bisogna studiare un percorso che renda il Treno delle Dolomiti utile e appetibile per i bellunesi. Nel suo consueto giro della provincia di Belluno, Herbert Dorfmann, europarlamentare dell’Svp eletto anche con i voti bellunesi, torna sulla questione della mobilità con i temi più caldi del momento: il treno e il prolungamento dell’autostrada.

Di ferrovia Dorfmann ha parlato anche nel convegno di ieri sera a Santo Stefano, ma prima di tutto va chiarita la questione A27, oggetto di un voto dell’Europarlamento che ha detto no al prolungamento. Dorfmann attacca senza mezzi termini il collega Remo Sernagiotto (Conservatori e riformisti): «Lo sbocco a nord è una questione seria per il sistema infrastrutturale di questa provincia e va affrontato, ma l’iniziativa di Sernagiotto era completamente fuori luogo per il modo in cui ha l’affrontata. Sernagiotto ha cercato un pronunciamento politico in un ambito in cui si parlava di altro, cioè di mobilità del centro e est Europa. Inoltre il suo emendamento non parlava dei soldi necessari per costruire l’autostrada. Non aveva senso e non poteva finire diversamente».

L’eurodeputato dell’Svp infierisce: «Sernagiotto dice una balla colossale quando mi accusa di voler solo tutelare il Brennero, è da dieci anni che puntiamo a spostare il traffico pesante destinando tutti gli introiti del Brennero alla costruzione dell’alta velocità ferroviaria verso Monaco e quando sarà pronta basteranno meno di due ore per quella tratta. Comunque ormai la questione è chiusa e credo che lo abbia capito anche Sernagiotto».

Per il Treno delle Dolomiti, tuttavia, c’è ancora molto da fare: «Definire un tragitto efficiente e trovare i finanziamenti», riassume Dorfmann, ricordando che servirà un miliardo di euro o poco meno: «E non sarà una rete che darà grandi guadagni, ma non deve essere questo l’obiettivo. Un servizio pubblico non è mai un affare, deve considerare molte altre cose più importanti». I finanziamenti, comunque, potrebbero essere scovati in Europa: «Coi fondi infrastrutturali, o coi fondi di coesione o coi fondi Junker, ma prima serve un accordo tra tutti i territori interessati: Belluno, Bolzano e Trento per la tratta Feltre-Valsugana. A Bolzano, su questa idea, non c’è nessuna opposizione (che di solito non manca) e anzi viene sostenuta, ma molto dipenderà dal progetto», chiarisce Dorfmann.

In sostanza non solo un treno turistico, ma un servizio utile agli abitanti, veloce, confortevole e con un percorso adeguato alle reali necessità: «Per lo studio di fattibilità i soldi ci sono, bisogna scegliere bene tra le tre-quattro alternative già immaginate».

Infine una questione molto di attualità e quasi imbarazzante, visto che nel suo tour bellunese Dorfmann è accompagnato da Andrea Bona del Bard. L’europarlamentare al referendum costituzionale voterà Sì, come tutto l’Svp: «Per Bolzano era importante che la riforma portasse avanti le autonomie e così è, però è vero: la riforma non crea uno stato federale e aumenta il gap tra i territori autonomi e quelli a statuto ordinario. Però, in realtà, tutto ciò non va a nostro vantaggio, non nel lungo periodo. È nell’interesse altoatesino che il divario tra noi e gli altri venga annullato e per il nostro futuro sarebbe meglio che tutti i territori diventassero autonomi. Egoisticamente Bolzano e Trento temono l’aumento delle disparità, perché sanno che questo creerà problemi sempre più forti. Quindi voterò Sì, in linea con il voto dell’Svp, che vede la riforma abbastanza positivamente, ma non mi permetto di dire cosa dovrebbero votare i bellunesi».

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