Black out, vertice a Roma

Zanonato vuole spiegazioni da Terna e Enel, i sindaci preparano la richiesta di danni
Di Marcella Corrà

BELLUNO. Tutti da Zanonato. O quasi. Oggi è il giorno del vertice romano, al ministero dello Sviluppo economico, convocato dal ministro Flavio Zanonato, per fare il punto su come e perchè una trentina di comuni bellunesi, con 60.000 utenze elettriche, sono rimasti al buio e al freddo da due a quattro giorni, nel pieno delle vacanze natalizie.

Il ministro ha convocato i gestori delle linee elettriche Enel e Terna e li incontrerà alle 12. Poi sarà la volta degli enti locali, cioè la Regione rappresentata da un dirigente, e la Provincia presente con il commissario Vittorio Capocelli. Dovrebbe esserci anche la prefettura di Belluno che dal 26 al 30 dicembre ha ospitato e coordinato l’unità di crisi.

Non ci saranno invece i sindaci dei comuni coinvolti. Ieri ai primi cittadini non era arrivata alcuna convocazione per gli incontri romani, anche se più di tutti loro avrebbero avuto parecchio da dire.

Il ministro forse li incontrerà in futuro, per ora vuole sapere cosa sia accaduto, e come sia possibile che nel 2013 mezza provincia di Belluno si sia trovata non solo senza la luce, ma anche senza i telefoni, sia fissi che mobili, senza alcun tipo di sistema di comunicazione, se non qualche radio.

I sindaci aspettano ma si preparano. Si sono autoconvocati per martedì prossimo, 7 gennaio, al pomeriggio. Vogliono fare il punto insieme con i legali sui passi che possono fare per avanzare le richieste di risarcimento dei danni.

L’appuntamento è nella sede della Magnifica Comunità del Cadore, a Pieve di Cadore, dove saranno presenti i sindaci dell’Agordino, della Valle di Zoldo, della valle del Boite e di Cortina, del Cadore, del Comelico e di Sappada. Li ha convocati il presidente del Consorzio Bim, un ente che a questo punto si trova a rappresentare gli interessi degli enti locali, visto che la Provincia è commissariata da due anni.

«Si tratta di decidere come andare avanti - spiega il presidente del Consorzio Bim, Mario Manfreda, sindaco di Lozzo - quali azioni legali intraprendere. Penso che ci sarà un’azione di tipo civilistico, per il risarcimento di danni materiali e immateriali, che farà anche da apripista alle richieste delle categorie economiche. Dopo aver deciso una linea comune, ci incontreremo con i rappresentanti degli imprenditori per sentire anche il loro parere e le loro intenzioni. Abbiamo già sentito l’Ascom e ci metteremo in contatto anche con gli altri».

Oltre alla strada della causa civile, c’è quella dell’esposto alla procura, per individuare le responsabilità. Manfreda è arrabbiato e molto: «Non è possibile che ancora adesso, a sette giorni dall’inizio dell’evento, non sappiamo cosa sia successo nei particolari, quali linee sono saltate, quali tralicci sono stati abbattuti. Non abbiamo avuto alcuna risposta. Nei primi due giorni non si sapeva neppure quanto sarebbe durata l’emergenza: un’ora, cinque ore, un giorno? Nessuna risposta, nessuna chiarezza. E questo è davvero incredibile. Anche perchè i cittadini hanno dato la colpa ai comuni, ai sindaci per la mancata comunicazione. E noi non sapevamo nulla».

D a Roma, dal ministro, i sindaci (e i loro cittadini) attendono finalmente qualche risposta: «Il contratto di servizio, dopotutto, Terna e Enel lo hanno con il ministero, mica con i Comuni».

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