Blackfin diventa la “banca” dei fornitori

L’impresa che produce occhiali in titanio dal 2015 aiuta i suoi terzisti pagandoli direttamente alla consegna degli ordini
Di Paola Dall’anese
PM 2014-11-19 SEDE
PM 2014-11-19 SEDE

BELLUNO. Per aiutare i piccoli fornitori locali a mantenersi a galla in questa crisi economica globale, le grandi imprese sono costrette a far loro quasi da “banca”.

La situazione per i piccoli terzisti dell’occhialeria, infatti, non è delle più stabili e rosee, sempre a fare i conti con pagamenti che arrivano, se tutto va bene, a distanza di 120-180 giorni dalla consegna; nel frattempo tocca pagare i dipendenti, i materiali e le tasse. E non sempre è facile tenere aperto in queste condizioni.

È proprio partendo da una situazione di difficoltà reale di alcuni suoi fornitori, che la Blackfin di Taibon Agordino ha deciso di mettere in atto una strategia particolare che sembra ottenere degli ottimi risultati. Anche dal punto di vista finanziario.

A spiegare il meccanismo è uno dei titolari della ditta leader nella lavorazione e produzione di occhiali in titanio, Giancarlo Recchia, che insieme a Nicola Del Din gestisce 65 dipendenti e una produzione presente nel mercato mondiale con un fatturato di 10 milioni di euro, in crescita quest’anno del 35%.

«Gli artigiani che lavorano per noi hanno competenze ed esperienza, ma non sono attrezzati, magari anche per le loro dimensioni, per poter chiedere dei prestiti alle banche. Anzi, se anche lo fanno, sono gli istituti di credito a non concederglieli. E allora di fronte alla possibilità che queste ditte chiudano, abbiamo pensato che potevamo fare qualcosa per loro. Per aiutarli a rimanere in piedi e a salvaguardare la loro eccellenza», precisa Recchia.

La Blackfin ha così deciso di dar loro una mano. Tutto è nato nel 2015. «Visto che le banche non danno soldi ai terzisti, ho pensato di fare da tramite. Vado io stesso nell’istituto di credito che mi cerca per proporre finanziamenti e, visto che ho potere contrattuale, ottengo dei buoni tassi. Con questi soldi pago i terzisti alla consegna del materiale che ho ordinato, monetizzando così il loro lavoro. A me questo non costa praticamente nulla».

Il direttore finanziario di Blackfin precisa che «il nostro scopo non è quello di guadagnare, ma di difendere l’economia del territorio. Inoltre, dal punto di vista bancario evitiamo le insolvenze e gli insoluti».

Per Recchia la cosa più importante di questo sistema «è vedere i miei fornitori lavorare felici, soddisfatti: alla consegna ottengono i soldi del lavoro svolto, anzi, qualche volta, se serve, posso anche anticipare qualcosa per permettere loro di acquistare i materiali. In questo modo loro ottengono subito la liquidità e noi abbiamo prodotti di qualità che ci permettono di aumentare il fatturato. Da questo meccanismo tutti gli attori traggono benefici. Peccato, però», conclude, «che altri colleghi del settore preferiscano non fare altrettanto. Se molte altre aziende facessero come noi, andrebbe meglio la nostra economia provinciale. Sono dell’opinione che le piccole aziende debbano essere trattate in maniera più umana oltre che professionale».

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