Blitz animalista contro i cacciatori
MEL. Una compagnia in più, forse non proprio gradita, oltre a quella del fedele segugio impiegato nella caccia alla volpe. Una ventina di attivisti dell’Enpa e della Lav si è presentata ieri mattina all’alba in un bar di Mel, lo stesso dove si erano dati appuntamenti altrettanti cacciatori. L’obiettivo era quello di affiancarli con tamburi e fischietti facendo abbastanza rumore da spaventare le volpi. Non ce n’è stato bisogno: non si sono viste code rosse e i contatti tra cacciatori e attivisti sono stati praticamente inesistenti. Il clima, però, rimane di tensione. Oggi è prevista un’altra battuta di caccia sempre all’interno della riserva di Mel e gli attivisti hanno in programma una nuova azione. Inoltre le associazioni hanno intenzione di fare chiarezza sui provvedimenti emanati dalla Provincia di Belluno.
Già da qualche giorno il web era in fermento. Gli attivisti erano infatti venuti a sapere di alcune battute di caccia organizzate nella riserva di Mel ed era iniziato un vero e proprio “mail bombing” da parte centinaia di cittadini sensibili al tema della caccia. Le lettere erano partite da tutta Italia alla volta degli uffici provinciali rei di aver autorizzato la caccia alla volpe.
Il fenomeno, però, non si è fermato al mondo virtuale. Ieri mattina all’alba attivisti provenienti dal Bellunese, ma anche dalle province di Treviso e Pordenone, si sono dati appuntamento a Mel nello stesso bar dove i cacciatori avevano fissato il loro punto di ritrovo. «Sapevano della nostra iniziativa» spiega Cristiano Fant, uno degli organizzatori della manifestazione, «e hanno deciso di prendere strade diverse. Anche noi ci siamo divisi e li abbiamo seguiti in macchina». La zona dove ieri era prevista la battuta di caccia era quella di Pagogna, Farra e del greto del Piave. Lì si sono fatti trovare altri manifestanti muniti di fischietti e tamburi per fare rumore e allontanare gli animali. «Eravamo pronti a farlo ma non ce n’è stato bisogno, non abbiamo incontrato cacciatori» continua Fant.
«Volevamo far capire che, seppur nei limiti della legalità, si tratta di una pratica sanguinaria e che non ha motivazioni pratiche» spiega Lorenzo Bortoluzzi, anche lui presente ieri mattina a Mel, «la rabbia non è più presente e non abbiamo avuto notizie di razzie nei pollai. Faremo delle verifiche dal punto di vista legale per capire su quali basi appoggia il provvedimento della Provincia che autorizza le battute». Anche l’Enpa ha deciso di sollecitare l’ente provinciale sul controverso tema della motivazioni che, secondo l’associazione, la Provincia non avrebbe indicato estendendo inoltre la pratica normalmente aperta a settori specifici. Un clima tutt’altro che sereno e che questa mattina vedrà nuovamente cacciatori e attivisti sui due fronti. Anche la Questura si è interessata alla manifestazione prevista per oggi e non è escluso che decida di seguirla da vicino.
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