Bloccati sulla Tofana dalla bufera di neve
CORTINA. Che avrebbe nevicato si sapeva da una settimana, anzi, la neve stava già scendendo quando due ungheresi hanno deciso di ignorare ogni consiglio e raggiungere la cima della Tofana di Rozes, a Cortina.
Nonostante il freddo, la neve, il vento e l’orario ormai avanzato (alle 14 erano ancora alla ferrata Lipella) T.K. 34 anni e F.C.G. di 39 anni, hanno giocato il jolly e se sono ancora vivi devono ringraziare dieci volontari del Soccorso Alpino, impegnati fino a notte fonda per salvarli. Non è stata nè una sfida nè un’impresa, ma un’incoscienza che poteva avere conseguenze letali quella dei due ungheresi salvati l’altra notte dal Soccorso Alpino di Cortina.
A dare l’allarme sono stati gli stessi escursionisti, attorno alle 19.20, spiegando di trovarsi sulla cima della Tofana di Rozes e di non riuscire a scendere. I volontari del Cnsas si sono messi subito in moto, ma la serata di sabato è stata tra le peggiori degli ultimi mesi: dai 20 ai 30 centimetri di neve, temperature che hanno sfiorato i -10 gradi, venti a 100 chilometri all’ora e visibilità pessima. Per di più i due ungheresi non rispondevano al telefono. Una prima conferma di quanto era accaduto è arrivata al rifugio Giussani, dove un gruppo di tedeschi ha raccontato di aver incrociato i due alle 14 alle Tre Dita, all’uscita della ferrata Lipella, e di aver consigliato loro di lasciar perdere e tornare indietro. Ma niente, i due hanno proseguito. Avrebbero potuto mollare anche più tardi, lungo la spalla della Tofana, ma hanno proseguito nel bel mezzo della bufera per un qualche motivo assurdo che non si saprà mai.
I soccorritori hanno raggiunto 2.500 metri di quota con un fuoristrada, dopodiché una squadra veloce è salita a piedi lungo la via normale, non senza la preoccupazione che gli ungheresi fossero nel frattempo ridiscesi lungo la ferrata. Durante la telefonata di contatto, infatti, ai due era stato detto di non muoversi dalla croce di vetta, a 3.200 metri, ma non avendoli più sentiti il dubbio c’era. L’eventuale presenza di luci lungo la ferrata è stata monitorata dal rifugio Lagazuoi, ma per fortuna i soccorritori sono arrivati sulla cima in meno di due ore e gli ungheresi erano lì.
Stremati dal freddo e dalla stanchezza e attrezzati per un’escursione estiva, i due erano al limite e uno di loro aveva già le dita blu. Per questo motivo sono stati fatti scendere con l’aiuto anche della seconda squadra attrezzata, una discesa per niente semplice con visibilità zero e la necessità di utilizzare il gps per non sbagliare. Raggiunto il rifugio Giussani si è capito che era necessario un intervento medico e la discesa è continuata fino al rifugio Dibona dove è intervenuta l’ambulanza.
A quanto pare, però, i due non sono stati portati in ospedale.
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