Blue tongue nel Feltrino, già vaccinate 1.500 tra capre e pecore
Il servizio veterinario ha già avviato la campagna dopo il focolaio del virus che si è manifestato tra i bovini nel Basso Feltrino, i capi in totale sono 11 mila
FELTRE. Non fanno nemmeno in tempo ad arrivare che già si somministrano i vaccini gratuiti su capre e pecore per la profilassi della blue tongue. Di undicimila ordinati dal servizio veterinario dell’Usl Dolomiti, ne sono stati inoculati già millecinquecento. A distanza di qualche settimana da quando si sono riscontrati tre focolai della malattia che ha colpito capi bovini non vaccinati, fra Quero e l’alta trevigiana, il servizio veterinario dell’ex Usl di Feltre, coordinato da Pierangelo Sponga, ha già somministrato 1.500 dosi agli ovicaprini, più esposti, delicati e soggetti a moria.
Il servizio ha ordinato undicimila dosi per il territorio provinciale, al fine di ricomprendere tutti i nuovi nati (considerato che per i già vaccinati la copertura si estende a oltre un anno), e prevenire così l’epidemia che l’anno scorso ha falciato oltre 270 capi. Questa volta, però, sono stati i bovini ad allertare il sistema di profilassi. Non a caso: l’epidemia l’anno scorso è stata particolarmente virulenta fra gli ovicaprini. I capi superstiti hanno ricevuto copertura, mentre per quanto riguarda i bovini, le vaccinazioni (il cui costo è a carico dell’allevatore) non sono state capillari. Così ad ammalarsi sono stati proprio questi. E non si esclude l’infezione, attraverso un insetto vettore, fra specie diverse, cioè fra ovini e bovini.
La diagnosi di blue tongue fra i bovini del basso feltrino e dell’alta trevigiana che si sono ammalati nella tarda primavera di quest’anno, è stata effettuata dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie e confermata dal centro di Teramo referente per la malattia. Il campionamento è stato effettuato dai veterinari dell’Usl Dolomiti secondo un piano di controllo prestabilito dalla Regione. Nella nota diramata dal distretto ospedaliero di Feltre, la “blue tongue” è una malattia virale, non trasmissibile all’uomo, che interessa soprattutto la specie ovina e bovina. È una malattia esotica che si trasmette attraverso vettori ematofagi (piccoli insetti pungitori). I danni clinici più rilevanti sono a carico della specie ovina. È una malattia che produce un danno esclusivamente zootecnico, «non rappresentando in nessun modo un pericolo per l’uomo né mediante il contatto diretto con l’animale infetto, né attraverso il consumo di alimenti di origine animale, come prodotti caseari o carni». Il servizio veterinario in capo all’Usl Dolomiti, è impegnato con i suoi professionisti a effettuare prelievi a campione tra i bovini per monitorare l’eventuale presenza del virus, oltre che un controllo entomologico degli insetti secondo un piano stabilito dalla Regione. «La situazione è sotto controllo», rassicura il responsabile del Servizio veterinario del distretto di Feltre, Pierangelo Sponga.
Laura Milano
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