Boati in Alpago, nuovo vertice lunedì

La Provincia convoca Alpago e Ponte per verificare i piani
Il Fadalto
Il Fadalto
BELLUNO.
Nuovo vertice sui boati del Fadalto. Stavolta l'attenzione viene puntata sul territorio bellunese e sull'Alpago in particolare. La riunione è stata convocata dal presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin, insieme al locale distretto di protezione civile, che comprende i cinque comuni della Conca e Ponte nelle Alpi. All'incontro di lunedì saranno presenti i sei sindaci, il prefetto e il presidente della Comunità montana dell'Alpago e si farà il punto della situazione, con le informazioni più aggiornate sugli strani eventi di questi mesi.  «Sarà l'occasione per uno scambio di informazioni», dice Bottacin, «e per una verifica dei piani di protezione civile, in modo da essere sicuri di avere tutto sotto controllo in caso di necessità».  Prossimamente ci saranno anche un confronto tra il comune di Vittorio Veneto e l'Alpago e uno tra le Province di Treviso e Belluno, sempre con la regia della Regione. «Non intendiamo fare prove di evacuazione come i nostri vicini», spiega il presidente di Palazzo Piloni, «anche perché da noi si fanno regolarmente, come a Farra d'Alpago in aprile, dove ogni cittadino ha a casa un fascicolo di "istruzioni per l'uso" in caso di calamità». Bottacin vuole evitare l'allarmismo, acceso anche dalla notizia che la Regione cerca alloggi per eventuali sfollati: «E' solo per non lasciare nulla al caso».  Intanto la spiegazione dei boati resta un mezzo mistero ma le tesi più accreditate sono sempre le stesse tre: spostamento di masse d'acqua sotterranee, imminenza di movimenti franosi rilevanti e sciame sismico. «Nell'ordine delle probabilità riferite dai tecnici».  I sismi ci sono, ma ogni vibrazione è un sisma: «Hanno intensità molto ridotta, origine superficiale e concentrazione in un solo punto a Sella Fadalto. Questo esclude analogie con il terremoto dell'Aquila, dove i movimenti erano profondi, intensi ed estesi su una faglia di 25 chilometri, ma non si esclude nulla». Magari i boati non saranno preludio di un terremoto, ma il dipartimento nazionale della Protezione civile l'altro giorno ha spedito un fax ricordando che l'area interessata è zona sismica 2 a rischio elevato, quindi un terremoto può sempre arrivare.  L'ipotesi più accreditata dalla stessa Protezione civile nazionale è lo spostamento di masse d'acqua sotterranee, anche perché i sopralluoghi non evidenziano fratture tali da annunciare grosse frane. Infine l'autostrada: «Il viadotto del Fadalto è a posto, è appena stato verificato e lo fanno ogni tre mesi», assicura Bottacin.  
Protezione civile.
La giunta provinciale ieri ha deciso di partecipare a un bando europeo rivolto al settore della Protezione civile. Il bando finanzia la messa in rete di tutti i centro operativi (in genere i municipi) attraverso un collegamento internet via satellite, quindi in grado di essere funzionante anche quando non è possibile usare le linee telefoniche.  I ponti radio coprono quasi tutto il territorio provinciale e buona parte delle comunicazioni "interne" si possono fare così, ma quelle esterne hanno bisogno di supporti tecnologici stabili e avanzati.  «Il progetto è corposo», ricorda il presidente Bottacin, «e vale 120 mila euro. Lo facciamo insieme alla regione che ne è capofila. Speriamo che il bando vada bene e di poter accedere ai fondi».

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