Bocciato il ricorso, Fabio resta in carcere

La Corte costituzionale tedesca ha dichiarato “non proponibile” la richiesta del diciottenne feltrino in cella da luglio

FELTRE. Un incubo che sembra non avere una fine. Perché dopo il ricorso alla Corte costituzionale federale tedesca datato 27 luglio, ma soprattutto dopo la scarcerazione del 10 agosto della compagna feltrina Maria Rocco dal carcere amburghese di Billwerder, sembrava essersi aperto uno spiraglio anche per l’epilogo giudiziario di Fabio Vettorel, detenuto in carcere dall’8 agosto (ora a Hanofersand).

Ieri però anche la strada del ricorso è stata – in parte – sbarrata: la Corte ha deliberato in maniera negativa, dichiarando la procedura «non proponibile». Il senso del rigetto verrà chiarito dall’avocatessa Gabriele Heinecke nella giornata di oggi. «Se la risposta fosse arrivata prima, avremmo potuto cercare altre soluzioni, senza far patire altri giorni di detenzione al povero Fabio», sbotta la segretaria provinciale del Partito Rifondazione Comunista, Moira Fiorot. Il ricorso faceva riferimento alla mancanza di prove nei confronti del presunto “grave disturbo alla quiete pubblica” di Fabio e al trattamento della carcerazione preventiva ritenuto discriminante rispetto ai tedeschi, per i quali non è stato previsto il rischio di fuga e la scarcerazione è stata concessa a pochi giorni dai disordini del G20.

Anche la madre Jamila Baroni, ad Amburgo ormai da quasi due mesi per dare assistenza morale e legale al figlio, inizia a risentire del tempo passato ad aspettare, inutilmente: «La situazione è rimasta la stessa: un ragazzo italiano di 18 anni, incensurato, si trova da quasi due mesi in un carcere tedesco in assenza di prove. La carcerazione preventiva è aggravata dalla presenza di pesanti restrizioni sui suoi contatti con l’esterno, oltre alle ovvie difficoltà derivanti dalla lontananza dalla sua famiglia e dai suoi amici, dalla non conoscenza della lingua e dall’incertezza delle modalità e dei tempi del suo iter processuale. Fabio continua a non capire i motivi per cui si trova ancora in carcere. Sta scrivendo un diario per cercare di dare un significato a questi lunghi giorni. Ringrazio le tante persone, italiane e anche tedesche, che mi sono vicine in questo difficile momento, per la solidarietà che hanno manifestato a Fabio e per l’appoggio che continuano a darmi».

Nel frattempo il giovane ha iniziato a ricevere della posta, un sollievo per l’umore. L’indirizzo dove dargli conforto è “Fabio Vettorel, 02.12.1998 JVA Hahnöfersand, Hinterbrack 25, 21635 Jork, Germania”.

Intanto domenica ci sarà un secondo presidio in largo Castaldi a Feltre, organizzato da Il Postaz, per tornare a parlare - e a far parlare - della situazione del giovane bellunese. Appuntamento alle 16.30.

 

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