Bogana arrabbiata: «Chi boicotta il voto fa il male di Alano»

ALANO DI PIAVE. Fino a qualche giorno fa sembrava noto che l’unico avversario elettorale di Serenella Bogana sarebbe stato soltanto il quorum. Invece proprio durante la serratissima campagna elettorale dei giorni scorsi nelle frazioni del Comune, la civica “Uniti per Alano” ha scoperto che esiste un movimento informale ostinatamente contrario all’amministrazione e alle elezioni, che starebbe invitando i cittadini a non andare alle urne.
«Cosa sperano di ottenere coloro che vogliono un Comune commissariato?», sbotta il sindaco uscente, «come si fa a provare piacere per un esito del genere? Ci sono stati cinque anni di tempo per prepararsi a queste amministrative, chi si oppone a noi poteva benissimo fare una lista propria. Quando c’è stato l’acquazzone del 31 maggio ed è caduta quella piccola frana sulla strada di Fener, gli abitanti della frazione hanno chiamato me e il consigliere frazionale. Pensiamo a tutti gli anziani che hanno come punto di riferimento l’amministrazione: vogliamo davvero lasciare il nostro paese nelle mani di un tecnico?».
Il rischio è concreto, dal momento che su 2.639 aventi diritto al voto, il 23 per cento, ovvero in 628, vivono all’estero (e sono iscritti all’Aire). Il quorum, che sarebbe il numero di elettori necessari perché una votazione sia valida, deve superare il 50 per cento più uno del totale, quindi più di 1321. Alle amministrative del 2011 sono andati alle urne in 1617: «Diciamo che per stare tranquilli dovremmo avere almeno 1350 voti», auspica l’unica candidata sindaco. Tra gli aventi diritto ci sono circa un centinaio di stranieri (ad Alano si contano 472 immigrati, che lo rendono il Comune in Provincia più ricco di non comunitari): 67 sono marocchini, una ventina dominicani, alcuni brasiliani. «Li abbiamo incontrati giovedì», racconta Bogana, «li abbiamo invitati a votare perché anche se non sono nati qui, il loro voto conta quanto quello di tutti gli altri».
Durante gli incontri pubblici della lista sono emerse diverse critiche, ma sono state molte di più «le persone che ci hanno ringraziato per il nostro coraggio a esserci ripresentati». E visto che manca una lista di opposizione, «alla fine di ogni consiglio comunale sarà lasciato un piccolo spazio ai cittadini per portare le loro istanze».
La propaganda è continuata anche porta a porta: «Vogliamo far capire a tutti che il pericolo del commissariamento è concreto, e sembra che il messaggio stia passando», esclama il sindaco, «tanto che alcuni si sono resi disponibili a fare qualcosa in privato per scongiurare questo pericolo. La disaffezione è generalizzata, ma i nostri concittadini devono capire che non possiamo paragonare la politica nazionale al governo di un piccolo paese».
Il banco di prova, ma anche il tema più urgente, sarà la fusione con Quero Vas: «Sappiamo che il Regione è stato depositato un disegno di legge per unificare i comuni come il nostro. Non vogliamo imporre nulla, ma gli alanesi devono sapere che se non lo facciamo ora, qualcun altro ce lo imporrà più avanti». Non molto, e con molte meno agevolazioni economiche. «Non abbiamo scritto un programma dei sogni, ma di proposte e idee concrete», precisa Bogana, «punteremo a contenere ulteriormente i costi e a promuovere il turismo dolce nel territorio. In 5 anni non abbiamo fatto debiti, bensì opere per circa 3 milioni, senza contrarre mutui né alzare le tasse, ma ottenendo finanziamenti mirati. Più di così non potevamo fare. E i cittadini devono sapere che da qui in avanti sarà sempre più difficile».
Francesca Valente
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