Bolle alle foglie e piante piccole Così colpisce il virus Mosaico

LAMON. Cosa è capitato quest'anno ai fagioli? È la domanda che si stanno facendo gli agricoltori e il gruppo Coltivare condividendo ha deciso di avviare una campagna di informazione insieme all'associ...

LAMON. Cosa è capitato quest'anno ai fagioli? È la domanda che si stanno facendo gli agricoltori e il gruppo Coltivare condividendo ha deciso di avviare una campagna di informazione insieme all'associazione Dolomiti bio, rivolgendosi soprattutto a piccoli produttori e autoproduttori allo scopo di prevenire «errori che nella selezione della semente possono avere pesanti ripercussioni sia a livello di conservazioni di alcune varietà che economiche su questa risorsa provinciale dalle enormi potenzialità».

Da qui sono partite le due realtà che hanno interrogato tecnici ed esperti. Le risposte sono univoche: «colpa di una virosi del fagiolo, il Mosaico Comune». La malattia si manifesta in vari modi: «Foglie deformate, più piccole del solito, con decolorazioni che ricordano le tessere di un mosaico, nanismo della pianta, aspetto cespuglioso, accartocciamento e bollosità delle foglie. Le piante malate possono rimanere vive ma essere improduttive, deperire velocemente fino a seccare (caso non raro), oppure tollerare la presenza del virus ed essere più o meno produttive».

Rispondendo alla domanda su quale sia la causa principale, «il virus si propaga da un anno all’altro attraverso la semente infettata, quasi sempre raccolta inconsapevolmente dai coltivatori da piante ammalate che non hanno saputo riconoscere come tali. Infatti, spesso il seme non manifesta anomalie rispetto alle caratteristiche normali. Ad aumentare la diffusione del virus ha contribuito poi in maniera decisiva una massiccia presenza di afidi, vettori del Mosaico Comune del fagiolo».

Quindi, che fare? Coltivare condividendo e Dolomiti bio stanno avviando un'azione informativa usando e-mail, volantini, conferenze, contatti personali: «Bisogna innanzitutto avere cura delle sementi accantonate (un'abitudine da riprendere). Molto importante anche andare in campo e segnare le piante che non manifestano i sintomi della virosi: le proteggeremo dagli afidi e preleveremo unicamente da quelle i semi da usare nei prossimi anni».

In più, «diventa indispensabile recuperare vecchi saperi e acquisire nuovi metodi di coltivazione (in programma la sperimentazione di tecniche biodinamiche o omeodinamiche) e riproduzione affinché non vada perso l'enorme patrimonio di biodiversità di oltre 30 varietà di fagioli censiti e classificati (come sementi antiche e locali) della provincia. Noi, seguiti da alcuni tecnici stiamo avviando un progetto di salvaguardia: useremo semente “vecchia” e accantoneremo solo in minima parte semi di questo 2012. Nel frattempo stiamo individuando alcuni appezzamenti isolati, possibilmente a 1100-1300 metri di altitudine: saranno i nostri “campi per la semente”». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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