Bollette dell'acqua più care del 10,5% nel Bellunese

I sindaci riuniti nel consiglio di Bacino avevano approvato il rincaro. Serve per finanziare gli investimenti. Un metro cubo di acqua costa quasi 2 euro
Acqua più cara nel Bellunese
Acqua più cara nel Bellunese

BELLUNO. Non che sia una sorpresa. L’aumento delle bollette dell’acqua era stato approvato dai sindaci, riuniti nel consiglio di Bacino, il 13 ottobre dell’anno scorso. Con la delibera dell’autorità nazionale per l’energia e il gas (Aeeg), però, quell’aumento è diventato realtà.

Quest’anno le bollette dell’acqua cresceranno complessivamente del 10,5 per cento. Aumento dovuto, aveva spiegato l’amministratore unico di Bim Gsp Giuseppe Vignato nel corso dell’assemblea di sei mesi fa, alla necessità di fare investimenti, cioè opere. Depuratori, nuovi tratti di acquedotto, sistemazione di fognature. È la stessa Authority nazionale ad aver chiesto alle società che gestiscono il servizio idrico integrato, in Italia, di fare investimenti, perché il Belpaese è sotto la soglia europea per quanto riguarda i lavori. E nel Bellunese di interventi ne servono parecchi, specie nel settore della depurazione.

Per legge la tariffa deve coprire tutti i costi del servizio, quindi anche gli investimenti, ed ecco spiegato il nuovo aumento dell’acqua. Non è il primo, e probabilmente non sarà neanche l’ultimo se si segue il principio (base) che tutti i costi devono ricadere in tariffa.

Il primo salasso i bellunesi lo hanno subito nel 2013: Bim Gsp era sull’orlo del fallimento, sommersa da quasi 90 milioni di euro di debiti (in parte, come li chiama qualcuno, crediti per il mancato adeguamento della tariffa, mai fatto negli anni). Allora i sindaci presero una decisione: aumentare le bollette del 29,6%.

A quell’aumento ne seguì un altro, nel 2014 (a valere per la tariffa 2014 e 2015): +4,1%. L’aumento va ovviamente calcolato sulla base della nuova tariffa, aumentata di quasi un terzo due anni prima. Infine abbiamo l’ultimo aumento, deliberato a ottobre dell’anno scorso. Più 10,5 per cento, suddiviso in due tranche.

Il 7,5% viene applicato sulle bollette che stanno arrivando nelle case in questi giorni (o che sono già arrivate). In queste fatture c’è una parte dei consumi del 2017 (dal 1° gennaio fino alla data di emissione della fattura) e poi c’è il conguaglio sui consumi del 2016. La tariffa, infatti, vale per il quadriennio 2016-2019, ma l’anno scorso era stata applicata la tariffa precedente. Dunque i bellunesi dovranno pagare la differenza.

Non è finita. A maggio scatterà un ulteriore aumento, del 3%. Sarà applicato sulle fatture che saranno emesse da maggio alla fine di agosto e che presenteranno all’utente i consumi fatti in quel periodo. Dunque, complessivamente, nel 2017 la tariffa dell’acqua schizza a un +10,5% in più.

Se prima un metro cubo di acqua costava 1,80 euro, adesso ne costa quasi 2 (1,98 per la precisione). Calcolare l’aggravio sulle tasche dei cittadini è semplice: per una famiglia di tre persone, che spende in media 350 euro all’anno per il servizio idrico, l’aumento sarà di circa 35 euro.

Nell’assemblea di ottobre dell’anno scorso era stato evidente l’imbarazzo di alcuni sindaci nell’approvare l’aumento tariffario. È sempre più difficile giustificare ai propri concittadini che l’acqua aumenta, specie quando le percentuali sono composte di due numeri. Ed è difficile anche spiegare che la tariffa serve per coprire gli investimenti, quando magari si amministra un territorio che non vede lavori da tempo.

Alla fine, comunque, l’aumento passò, a maggioranza. Ora anche l’Authority ha dato il via libera e il rincaro è diventato realtà.

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