Bollette non pagate: Pieve di Cadore dichiara guerra all’evasione
Mancano all’appello 167 mila euro di Tari e 200 mila di Imu. La sindaca Manushi al contrattacco: «Ci affideremo a un’agenzia per il recupero crediti»
La riscossione coattiva non funziona benissimo a Pieve di Cadore. L’anno scorso il Comune ha incassato meno di quanto previsto di Tari (la tariffa dei rifiuti) e Imu, e ha deciso di lanciare una lotta all’evasione che va in due direzioni: evitare che il Comune ci rimetta quattrini, che vengono sottratti ad altri servizi e lavori, e per equità sociale. «Non deve assolutamente passare il messaggio che i cittadini onesti, che pagano sempre le tasse e le tariffe dei servizi, siano “fessi”», premette la sindaca di Pieve Sindi Manushi. «Se si usufruisce di un servizio, va pagato».
Facendo due conti, l’anno scorso il Comune di Pieve doveva incassare 791 mila euro di Tari (cifra che entra nelle casse comunali e viene poi girata ad Ecomont, la società che effettua la raccolta dei rifiuti nel territorio). Ne sono entrati circa 624 mila, il che significa che 167 mila euro di bollette non sono stati pagati. Quei soldi ha dovuto metterli il Comune, dal suo bilancio. «Sono stati sottratti ad altri servizi», ricorda la sindaca. E così i cittadini onesti è come se avessero pagato due volte.
Problemi ci sono stati anche con l’Imu. Qui l’ammanco, che è più difficile da quantificare, si aggira sui 200 mila euro. Ecco perché l’amministrazione vuole correre ai ripari. «Vogliamo stipulare un accordo con un’agenzia per il recupero crediti privata, che si affinchi ad Ader», prosegue Manushi. «A breve usciremo con un avviso pubblico per individuarla. Non siamo soddisfatti della riscossione coattiva, anche perché l’Agenzia delle Entrate spesso si concentra sul recupero di somme importanti. Questo trend si trascina da anni a Pieve e adesso diciamo basta».
«È una questione anche di equità e di giustizia nei confronti dei cittadini onesti», rimarca Manushi. Alle prese, quest’anno, con un bilancio da lacrime e sangue: «La quota a nostro carico del fondo di solidarietà è stata aumentata di 70 mila euro. A questo si sommano tagli per 40 mila euro. Quest’anno quindi avremo a disposizione 110 mila euro in meno, che sono tantissimi per un Comune di tremila anime come Pieve». Anche per questo evitare insoluti sulla Tari diventa fondamentale.
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