Bolzano chiede i prelievi mirati per ridurli
Dorfmann all’Europa: «Modificare lo status di specie protetta. Non è a rischio di estinzione»
BELLUNO. Parte da Bolzano (con l’appoggio di Trento) l’offensiva contro i lupi. Mentre gli ambientalisti guardano al lupo come un’importante risorsa per la biodiversità e la ricchezza del territorio, la politica (almeno una parte di essa) non la pensa in questo modo. La Provincia di Bolzano punta a introdurre un tetto massimo per i lupi e farà pressione in tal senso a Roma e a Bruxelles, ha annunciato l’assessore provinciale Arnold Schuler. Bolzano ha inoltre annunciato la revoca del contratto di collaborazione con la Provincia di Trento sul progetto Life Ursus e intende interrompere quella con il Parco dello Stelvio che riguarda il ripopolamento dei lupi, WolfAlps. E mentre i Verdi si dichiarano «Indignati» e parlano di «allarmismo isterico» chiedendo di fare un piano gestionale, il presidente Arno Kompatscher si dice stanco di «animalisti buonisti», che dalle scrivanie «danno lezioni a chi vive in montagna».
La presenza del lupo (come dell’orso) in montagna divide. E da Bolzano parte l’offensiva, con l’obiettivo di rivedere lo status di protezione assoluta per i lupi garantita dalla direttiva europea Habitat. Kompatscher punta ai prelievi mirati, soprattutto nelle zone fortemente antropizzate, per difendere l’agricoltura di montagna e gli allevamenti, sempre più colpiti dagli attacchi. Del resto, annuncia il presidente della Provincia autonoma: «Il lupo non è più a rischio di estinzione e cresce con una media del 30% all’anno. Sarà sempre un animale protetto, ma deve essere possibile il prelievo mirato».
I trentini sono con lui. «Sono d’accordo, se si parla delle difficoltà che si incontrano nella gestione della loro presenza, ad esempio per la salvaguardia degli allevamenti», spiega il governatore Trentino Ugo Rossi.
Le due Province autonome hanno un alleato in Europa: Herbert Dorfmann, che ha portato in commissione Ambiente un documento con il quale chiede alla Commissione europea che «lo status di specie protetta del lupo venga adattato alle caratteristiche del territorio in cui è insediato». La commissione venerdì ha votato a favore. «Nel momento in cui i lupi raggiungono un buono stato di conservazione e cominciano, di conseguenza, a minacciare altre specie, fra cui gli animali da allevamento, danneggiando il naturale equilibrio dell’ecosistema, deve essere avviata una procedura di valutazione che permetta di modificare lo status di specie protetta nella regione in questione. Il lupo e l’orso bruno non sono in alcun modo specie a rischio estinzione. Ci sono territori in Europa nei quali il ritorno di questi predatori porta a situazioni di conflitto inaccettabili».
Dorfmann chiede inoltre di «identificare e rimuovere» tutti i lupi ibridi e di «porre un freno alla diffusione del lupo» nei territori antropizzati. E punta a inserire questo concetto nella risoluzione che entro ottobre verrà discussa nella sessione plenaria del Parlamento europeo sull’applicazione della direttiva natura 2000.
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