Bonan e la sfida della partecipazione: «Più voce alla città»

Perenzin gli ha chiesto di riavvicinare i feltrini al Comune. Lui prepara due mosse: «Si inizia dall’informazione»
Il nuovo consiglio comunale di feltre
Il nuovo consiglio comunale di feltre

FELTRE. Non è più tempo di grandi opere. I Comuni non hanno soldi e sperare nel jolly di qualche finanziamento serve solo ad alimentare illusioni. È tempo, invece di grandi sfide. Quella dell’amministrazione Perenzin, che si è appena insediata, è restituire voce alla città: ai tanti che hanno riscoperto la partecipazione durante la campagna elettorale, ma anche a quei quattro feltrini su dieci che hanno disertato le urne, delusi e disillusi. Cinque anni di scelte anche importanti - si pensi al piano Altanon - calate dall’alto e condivise solo ad un passo dal traguardo dell’approvazione hanno lasciato il segno. «Noi oggi dobbiamo ricostruire», dice Valter Bonan, l’assessore al quale Perenzin ha affidato la delega ai processi partecipativi e all’inclusione. «L’obiettivo è riavvicinare i cittadini ai servizi e alla gestione della cosa pubblica, restituire loro un’idea di futuro, coinvolgerli nelle scelte. Ma farlo davvero, con possibilità di incidere, di progettare, di confrontarsi, di spendere». Il punto di partenza è la crisi, vista come opportunità: «Siamo costretti a dare risposte innovative», spiega Bonan, «E per farlo dobbiamo e vogliamo ascoltare anche altre voci».

Per mettere a punto un meccanismo serviranno mesi, forse anni. Ma Bonan e Perenzin hanno già le idee chiare sulla strategia. Che prevede due fasi. La prima è quella dell’informazione e dell’autoformazione. Si inizia, per esempio, con un audit pubblico sul bilancio: «Spiegheremo in modo chiaro quali sono le condizioni economiche dell’ente, così che tutti sappiano da quale punto ci muoviamo», prosegue Bonan. Poi bisognerà far partire i confronti. «Negli uffici comunali dovrà essere aperto uno spazio, riconoscibile, dove sarà garantito l’accesso alle informazioni. E in città ci dovranno essere luoghi di incontro, di dibattito, dove i cittadini possano relazionarsi in base ai loro saperi, ad affinità culturali e di interessi. È una fase che definirei costituente, quella in cui si gettano le basi per tutto il resto. Contemporaneamente continueranno a funzionare i gruppi di lavoro costruiti durante la campagna elettorale: divisi per macro-aree, simili a quelle delle deleghe attribuite agli assessori, saranno luoghi di analisi e di approfondimento, dove il sapere del singolo sarà messo a disposizione di tutti. Ma anche occasioni per rafforzare legami, per costruire relazioni, per dare sfogo alla creatività con proposte innovative. Ed è qui che tutti insieme prenderemo atto del patrimonio storico, culturale, ambientale ed economico della città, per difenderlo e valorizzarlo». Il lavoro dei gruppi non sarà solo teorico. «Qui e nelle altre assemblee ci sarà la possibilità di assumersi responsabilità precise. Qui potranno essere “adottate” aree verdi o spazi incolti da trasformare in orti collettivi. Qui si potranno decidere i primi esperimenti di chiusure al traffico o di individuazione di spazi ciclabili». Ma a fare la differenza sarà soprattutto il fatto che l’amministrazione si impegna a spendere secondo indicazioni condivise, suggerite dai cittadini. «Non ha alcun senso confrontarsi su decisioni già prese», va avanti l’assessore. «La prospettiva è quella di costruire anche il bilancio con i cittadini».

La seconda fase è quella dei modelli continuativi. I sistemi sperimentati diventano meccanismo. Le assemblee e i gruppi di lavoro entrano nei processi decisionali e tutto avanza in automatico. Non sarà facile, ma Bonan è ottimista. «Ci sono le condizioni ideali per questa svolta», conclude. «Intanto perché qualcosa è già stato fatto negli ultimi mesi con risultati positivi. E poi perché c’è un sindaco che non ha una concezione leaderistica della politica, ma che si è già dimostrato aperto alla partecipazione. Si può cambiare. E se succederà, poi per Feltre non sarà più possibile tornare indietro».(cric)

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