Bonifica in corso sull’Ardo: rimosso il terreno inquinato

I lavori delle ditte Dama e De Luca proseguono da più di tre settimane. Concluse le indagini dell’Arpav che hanno confermato le responsabilità

BELLUNO

Gasolio nell’Ardo. Terza settimana per i lavori di bonifica nel torrente cittadino che si butta nel Piave, all’altezza di via San Francesco.

All’ombra del ponte degli Alpini e di quello della ferrovia, le pompe collegate alla cisterna della Dama Ecologica di Vittorio Veneto stanno continuando a succhiare combustibile dal greto e da una vena di acqua; prosegue anche lo sbancamento di un tratto della sponda destra con la rimozione del terreno contaminato, che viene depositato in una serie di sacchi bianchi, accanto al sentiero in direzione Fisterre. All’opera c’è anche la De Luca Servizi ambiente di Vittorio Veneto, i cui addetti si spostano da una riva all’altra con una carrucola appositamente montata.

I tempi si bonifica non si annunciano brevi, anche perché si parla di una quantità stimata sui 3.800 litri. Non bastasse il gasolio sversato da una tubatura rotta che serve l’impianto di riscaldamento caserma Salsa del 7º Reggimento Alpini, i tecnici dell’Arpav hanno accertato anche la presenza di alghe prevalentemente delle classi Diatomeae e Chysophyceae, responsabili dell’attuale colorazione scura del corso d’acqua. Un fenomeno questo del tutto naturale, legato alla temperatura e al normale ciclo biologico, osservato anche in passato nella stessa zona. Ad ogni modo, non ci sarebbe alcuna correlazione tra questo evento e la copiosa perdita di gasolio.

Il forte odore di combustibile che si sentiva il primo luglio e nei giorni immediatamente successivi, non si avverte più, adesso la convivenza dei residenti del quartiere Fol è con le macchine al lavoro per tutta la giornata. Il pronto intervento dei vigili del fuoco, dopo la segnalazione di un cittadino, ha evitato danni ancora peggiori all’ecosistema naturale. Non sono state segnalate morie di pesci, anche se proprio ieri mattina un pescatore in stivaloni e canna d’ordinanza si lamentava del fatto di non aver pescato niente di niente: «Pazienza, la cosa più importante è che si risolva al più presto questa emergenza e si possa tornare alla normalità».

Le indagini svolte da Arpav hanno coinvolto tutti i pozzetti presenti in zona, grazie anche all’intervento di Bim Gsp e, in prima battuta, della Polizia locale, perché è il Comune che doveva muoversi in un caso del genere. Lo scorso primo luglio si trattava di capire quale fosse l’origine della perdita e dagli accertamenti è confermato che si è trattato di un inconveniente legato alla caserma. A quel punto, l’Esercito è subentrato all’amministrazione comunale. Arriveranno presto tutte le comunicazioni del caso previste dal Testo unico in materia ambientale ed è già partirà la procedura dettata dalla normativa in vigore. —





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