Boom delle case vacanze in montagna: «Ora speriamo nei corsisti della Luiss»

Il presidente Fiaip Dal Magro: «I turisti hanno scelto soprattutto le Dolomiti, meno il lago di Garda o le spiagge» 

BELLUNO

«In montagna questa estate abbiamo registrato un vero boom delle case vacanze, quegli appartamenti che affittiamo per conto dei clienti per periodi brevi: + 10% sulla montagna veneta rispetto allo scorso anno».

Giuliano Dal Magro, presidente della Fiaip (Federazione Italiana Agenti immobiliari professionali) della provincia di Belluno e socio dell’agenzia Dolomitissime, che ha sedi ad Alleghe, Falcade, Sedico ed Agordo, nonché a Moena in Trentino, tira le prime somme, evidenziando alcuni numeri che ha presentato nei giorni scorsi in un convegno nazionale che si è svolto a Venezia.

«I numeri sono significativi – riprende – perché ci dicono che in Veneto mentre la casa vacanze è cresciuta in montagna, sul lago di Garda è calata del 20%, ed al mare del 40%; e ci indicano alcune interessanti tendenze».

Quali?

«La casa vacanze è stata preferita, in prima battuta, in quanto ritenuta più sicura, in tempi di emergenza da Covid-19, rispetto alla soluzione alberghiera: meno promiscuità, insomma, meno rischi di contagio. In secondo luogo la montagna è stata preferita perché consente spazi più ampi e meno densità di turisti rispetto, ad esempio, alla spiaggia. In terzo luogo la casa vacanze consente un periodo di ferie più ampio e per la famiglia allargata: si affitta per un mese e viene poi sfruttata dai genitori con i figli, poi arrivano i nonni, poi gli zii, ecc. È ovvio che ci sono meno servizi rispetto ad un albergo, che propone sauna e piscina, massaggi e servizio lavanderia, bar e ristorante, ma anche meno costi per famiglie numerose».

Classe 1973, nato a Feltre, agente immobiliare da quando aveva 19 anni, Giuliano Dal Magro è anche vice presidente della Fiaip del Veneto e delegato regionale proprio per il settore turismo dell’associazione.

La Fiaip di Belluno, che presiede, raccoglie 50 fra le maggiori agenzie della provincia, sulle 115 iscritte in Camera di Commercio.

Soddisfatti quindi di questo andamento?

«Sì, sia a livello di sistema complessivo delle agenzie, che per quanto riguarda la nostra agenzia Dolomitissime, dove abbiamo segnato un +18%. C’è da segnalare, peraltro, anche un altro fenomeno: alcuni proprietari che erano abituati ad affittare la loro casa di montagna e ad andare all’estero in estate, quest’anno hanno deciso di riservare la casa per le loro vacanze. Ed in generale, il calo drastico del turismo internazionale è stato compensato da quello italiano. Che oltretutto appare più esigente ed in montagna si trovano, in generale, appartamenti con standard qualitativi più alti rispetto ad altre destinazioni. Non dimentichiamo, poi, che qui a Belluno siamo in un’area patrimonio dell’Unesco e quindi molto attrattiva».

E a livello di compravendite?

«Il lockdown ha creato interesse: da un lato abbiamo avuto clienti che ci hanno chiesto di valutare l’acquisto di immobili proprio da adibire a casa vacanze da affittare; dall’altro il periodo in cui siamo stati costretti a stare a casa ha invogliato più di qualcuno a cercare abitazioni più ampie, più confortevoli, con giardino».

A cosa si deve in generale la crescita di interesse per la casa vacanze per l’affitto breve?

«C’è un’attenzione, ovviamente, all’aspetto reddituale, perché con l’affitto si possono ammortizzare i costi di gestione e manutenzione dell’immobile; inoltre, rispetto alla locazione residenziale classica, si può rientrare più facilmente in possesso della propria casa e non si corre il rischio del blocco degli sfratti».

I sindaci delle grandi città però temono che i centri storici si svuotino di residenti a favore dei turisti. Si corre questo rischio anche a Belluno?

«Direi proprio di no. Anzi, sarebbe auspicabile vi fossero più appartamenti da affittare per periodi brevi, più immobili ad uso turistico. Adesso che partiranno i corsi della Luiss Business School, ad esempio, alcuni corsisti penso possano preferire la soluzione appartamento rispetto alla camera d’albergo, per qualche mese».

Però gli albergatori vi accusano di concorrenza sleale.

«Forse qualche albergatore, ma non certo l’intera categoria, che ha ben compreso come si tratti di turismi diversi e come sia necessario fare sistema proponendo diverse soluzioni per le diverse esigenze della clientela. Noi dobbiamo lavorare, tutti insieme, per favorire la crescita dell’offerta ed incentivare la domanda di turismo in Italia, mettendo a disposizione strumenti diversi per diverse situazioni».

Quando si parla di case vacanze viene naturale pensare, ormai, al fenomeno Airbnb. Che ruolo ha questa piattaforma nella filiera del turismo? E voi, come agenti immobiliari professionali, come usate questo strumento?

«Lo vediamo come un’opportunità, così come tutto il digitale, a cui, a nostro avviso, non ci si deve contrapporre, ma che si deve utilizzare. Il fine è il servizio al cliente, la crescita del turismo e dell’economia, nonché dell’immagine, del nostro Paese». —


 

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