Boom di imprese agricole bellunesi
BELLUNO. Sono una cinquantina le aziende agricole che apriranno i battenti entro la fine dell’anno in provincia di Belluno. E questo per merito del Piano di sviluppo rurale che, elargendo cospicui finanziamenti, offre agevolazioni a chi vuole intraprendere questa carriera lavorativa.
«Si tratta di giovani, visto che il piano è rivolto a loro, per la maggior parte al di sotto dei 30 anni, anche se c’è qualche quarantenne», precisa il direttore della Cia, Mauro Alpagotti. «La decisione di diventare agricoltori è diventata, più che una scelta economica (non si hanno grandissimi guadagni in agricoltura), una scelta di vita, dettata dal desiderio di vivere a contatto con la natura».
Le nuove aziende sono un mix di attività agricola e agrituristica, ma al centro c’è un obiettivo comune: la volontà di rilanciare i prodotti locali.
Per le nuove imprese il Psr prevede circa 40 mila euro di stanziamento a fondo perduto, a questi si aggiungono altre risorse pari al 60% dell’importo dell’investimento di ogni singola attività (che è obbligata a investire almeno 15 mila euro).
Le aziende agricole saranno distribuite in maniera omogenea in tutto il territorio provinciale: «Non saranno più concentrate soltanto in Valbelluna, ma anche nella parte alta della provincia», conclude Alpagotti.
«I giovani vogliono restare a lavorare qui», aggiunge Silvano Dal Paos, presidente di Coldiretti, «ci sono laureati, ma anche molti diplomati. Vista la crisi del latte, abbiamo consigliato di evitare imprese basate su questo settore, ma di puntare su altro. E quindi ci sarà qualcuno che si dedicherà alle capre o alle pecore, chi invece al miele, chi alla coltivazione dei piccoli frutti o ortaggi. Ortaggi non solo da vendere ai farmer market, ma anche nei negozi. L’ideale, infatti», prosegue la disamina del presidente di Coldiretti, «è realizzare reti di impresa. Questo potrebbe realizzarsi tramite il Gal e i bandi a cui potrà accedere a breve».
Si tratta di un modo cooperativistico di fare impresa e di commercializzare i prodotti: «Il Piano di sviluppo rurale metterà a disposizione circa 50 mila euro che potranno andare a un paio di aziende che si mettono insieme, magari per acquistare il furgone per la vendita oppure per confezionare i prodotti locali: una produce e l’altra confeziona. Su questo sistema stiamo puntando molto e presto potrebbe realizzarsi anche da noi».
Paola Dall’Anese
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi