“Borgata tra le malghe”, l’unione fa la forza

Tre famiglie promuovono l’ospitalità diffusa in località Marmolada, tra Caviola e Falcade

FALCADE. «Facciamo dell'Agordino la vallata dell'ospitalità diffusa». Si chiama “Borgata tra le malghe” l'iniziativa messa in piedi da tre famiglie falcadine assieme all'agriturismo “Piccola Baita”, per fronteggiare la crisi e contribuire ad arricchire l'offerta turistica della zona. Famiglie che oggi spronano altri agordini a imboccare la stessa strada. «L'idea ci è venuta un anno fa», spiega Danilo Marmolada, «abbiamo pensato che in tempi come questi la crisi vada aggredita: se il problema è mio, ma anche tuo e suo, forse possiamo risolverlo mettendoci assieme».

Il progetto delle “Borgate tra le malghe”, che va a concretizzare il concetto di ospitalità diffusa, è stato preparato prima che la Regione inserisse tale concetto nella legge sul turismo. In ordine di tempo è il secondo in provincia, dopo Faller di Sovramonte e prima di Case Bortot. Tre le famiglie coinvolte, quelle di Emilio e Silvio Marmolada e di Adriano Minotto, per un totale di 8 appartamenti e 37 posti letto (e una brandina) tutti collocati in località Marmolada, tra Caviola e Falcade. «Il fenomeno delle seconde case che poi vengono sub-affittate», dice Marmolada, «ha messo un po' in difficoltà la gente del posto. Per far fronte a questa situazione, abbiamo pensato di puntare su un'offerta che sia elastica (dal weekend alla settimana, dal mese alla stagione) e che abbia un'impronta specifica».

“Borgate tra le malghe” vuole infatti garantire ai turisti qualcosa che si sommi all'esistente, che sia ad esso complementare. «Non avrebbe avuto senso legarci al mondo dello sci invernale», dice Danilo Marmolada, «se a Sovramonte hanno puntato sul “pom prussian” come elemento caratterizzante il loro albergo diffuso, noi crediamo nel marchio dell'ambiente, dei percorsi escursionistici, dei prodotti del nostro comprensorio malghivo».

In tal senso si colloca, per esempio, la collaborazione con l'agritur “Piccola Baita” di Sappade. «Vogliamo proporci», continua Marmolada, «come dei soggetti turistici che facciano sentire l'ospite a casa sua, capaci di dargli dei consigli, pronti a scambiare due chiacchiere assieme. Dobbiamo essere convinti del fatto che nessuno porta via occasioni turistiche ad altri. I turisti sono tanti e di tanti tipi. Diversificare l'offerta vuol dire avere qualcosa in più di cui possono beneficiare tutti».

È per questo che le tre famiglie auspicano che “Borgata tra le malghe” sia un'esperienza capace di contagiare anche altri agordini. «Perché, visto che oggi la concorrenza alberghiera con il Trentino non è facile da reggere, l'Agordino non punta a diventare la vallata dell'ospitalità diffusa? Perno di questo sistema potrebbe diventare l'ufficio turistico di Agordo, gestito dalla Cooperativa “el Sac”. Lì, alle porte della vallata, il turista può ricevere tutte le informazioni sull'offerta turistica agordina». (g.san.)

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