Borgo Valbelluna, investe un operaio: patteggia cinque mesi

L’automobilista aveva già risarcito i danni alla famiglia della vittima

Gigi Sosso
Una pattuglia della Polizia stradale
Una pattuglia della Polizia stradale

Investì mortalmente un pedone sulla provinciale 1. Risarcisce la famiglia e patteggia cinque mesi e 10 giorni di reclusione con pena sospesa, oltre a sei mesi di sospensione della patente. Nel dicembre 2023, Tiziana Saggin era alla guida della Jeep Renegade, che all’altezza di Gus travolse e uccise Maurizio Dall’Asen. La 62enne residente a Vicenza stava viaggiando in direzione Feltre, insieme al marito sulla poltrona del passeggero, mentre il 52enne di Villa di Villa era intento ad attraversare la strada, in un tratto senza strisce pedonali. Il giudice per le udienze preliminari Elisabetta Scolozzi ha applicato la pena concordata tra la difesa dell’imputata di omicidio stradale e il pubblico ministero titolare del fascicolo. Per il risarcimento danni, i familiari della vittima si erano affidati alla sede bellunese di Giesse : «Abbiamo ottenuto il denaro per la famiglia Dall’Asen , in via stragiudiziale, ancora prima della fine del processo penale» commenta con una certa soddisfazione Gennaro Pisacane, il responsabile cittadino di Giesse Risarcimento danni. Lo schianto è delle 21 circa del 16 dicembre di due anni fa, nella zona del bar Oltre, accanto all’area di servizio. Dall’Asen stava attraversando senza poter utilizzare le zebre, da sinistra verso destra, rispetto al senso di marcia della Jeep. Aveva già oltrepassato la linea di mezzeria, quando purtroppo è stato centrato dalla grossa auto, che l’ha caricato sul cofano, scaraventandolo poi a terra, a diversi metri di distanza. L’uomo è morto sul colpo. Insieme alla pattuglia della Polizia stradale, sono intervenuti i sanitari del Suem 118, ma tutti i loro tentativi di rianimare Dall’Asen sono stati inutili. Troppo pesanti le conseguenze del politrauma sofferto prima nell’impatto con l’autoveicolo e poi con l’asfalto. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco del distaccamento di Feltre, che hanno provveduto alla bonifica della carreggiata dagli immancabili detriti. Dopo i rilievi della Polstrada, nel corso delle indagini preliminari la Procura della Repubblica ha disposto una consulenza tecnica sull’incidente, che ha permesso di stabilire come la velocità tenuta da Saggin fosse di 70 chilometri orari e, dunque, superiore di 20 al limite in vigore in quel tratto di strada appena fuori dal centro di Mel e non risultasse adeguata al suo campo di visibilità. Ci può anche essere stato un concorso di colpa da parte del pedone, che non ha usato il massimo della prudenza, ad ogni modo l’automobilista avrebbe dovuto permettere all’ex operaio dell’Acc, che viveva da solo a Villa di Villa, di completare in sicurezza l’attraversamento della carreggiata, in alternativa avrebbe potuto evitare l’investimento con «un modesto scartamento della traiettoria verso il margine destro della propria corsia di marcia» scrive il consulente tecnico. Anche sulla scorta di queste conclusioni, il gup Scolozzi ha applicato la pena concordata tra accusa e difesa, non prima di aver preso atto dell’avvenuto risarcimento danni, fuori dal tribunale.

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