Bortoluzzi: «In poche ore 1.400 chiamate di soccorso»
belluno. Otto milioni già investiti e altri 17,5 nei prossimi due anni. Tocca al consigliere provinciale delegato alla difesa del suolo, Massimo Bortoluzzi, approfondire il ruolo della Provincia nell’ultimo anno. «Abbiamo aperto il Ccs (la sala operativa) il 27 ottobre con l’intenzione di fare un’esercitazione di protezione civile. Purtroppo l’emergenza è diventata reale». Bortoluzzi ha ricordato le difficoltà maggiori, rappresentate dai servizi in tilt. Acqua, luce e comunicazioni si sono interrotti: «Abbiamo usato ogni mezzo per informare i cittadini e per fortuna la gente ha creduto ai nostri appelli. Ricordo che quella sera la preoccupazione maggiore era per Gosaldo, dove le comunicazioni sono saltate alle 17 e non abbiamo saputo nulla fino a quando il giorno dopo non sono arrivati gli elicotteri, perché oltre il Mas non si poteva andare».
In poche ore, alla centrale operativa sono arrivate oltre 1.400 chiamate di soccorso: «Ne siamo usciti nel modo più dignitoso possibile. Abbiamo fatto del nostro meglio, era la prima volta che affrontavamo una cosa del genere».
Subito la Provincia ha stanziato un milione (poi diventati 8) per le somme urgenze, in particolare i teli necessari ai vigili del fuoco per coprire le case scoperchiate. «Ciò che si poteva fare subito si è fatto (come a Cancia e Bries), ma per situazioni più complesse servono approfondimenti. Come attività commissariale abbiamo contrattualizzato interventi a Zoppè, a Calalzo, a Santo Stefano, a Lorenzago, a San Pietro di Cadore, a Chies d’Alpago, a Tambre, a Gosaldo, a Borca e Selva di Cadore, per opere di difesa idrauliche e geologiche. Come attività di somma urgenza siamo intervenuti anche a Cibiana, San Pietro, Zoppè, Belluno-Nevegal, Chies, Val di Zoldo, Santo Stefano, Lamon, Borca, Selva, Calalzo, Agordo e Canale d’Agordo». Trenta gli interventi nel 2019. Bortoluzzi conclude con una riflessione sui vincoli: «Non possiamo permettere che i nuovi vincoli imposti su Auronzo e sul Comelico precludano importanti e imprescindibili interventi di messa in sicurezza del territorio. Ci auguriamo che vi sia un ripensamento da parte della Soprintendenza, che si è mossa senza condividere la decisione con le nostre comunità, rischiando così di accelerare il processo di spopolamento in atto». —
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