Bortoluzzi (Isomec): «Qualità e servizio per conquistare e mantenere i clienti»

«Sono stato fortunato, perché alla fine degli anni ’70 era molto più facile fare impresa».
Antonio Bortoluzzi riflette a voce alta sulla esperienza della sua Isomec di Paludi (Alpago); e mentre lamenta un mercato sempre più difficile, una concorrenza molto agguerrita, costi di produzione (fra elettricità, trasporti, etc.) sempre meno competitivi rispetto all’estero, burocrazia asfissiante e tassazione al limite della sopportazione, ci porta a vedere la sua terza linea di produzione, appena partita da un paio di mesi.
Come a dire: è sempre più difficile fare impresa, ma io non mollo, anzi rilancio. L’acronimo Isomec sta per isolanti meccanici perché è proprio questo che produce: pannelli sandwich, o isolanti appunto, che poi servono in vari ambiti: dalle chiusure industriali coibentate ai moduli prefabbricati, ai pannelli isolanti per l’edilizia industriale, per la refrigerazione e per l’essiccazione del legno. Tutto quello insomma che va protetto dalla temperatura esterna e dal fuoco.
Il prodotto di punta è il pannello isolante che, all’interno di due lastre di acciaio, contiene uno strato di poliuretano espanso che, allargandosi e trasformandosi in pochi secondi dallo stato liquido a quello solido, garantisce la protezione termica. Non solo, Isomec propone pannelli sandwich in lana minerale per esigenze acustiche e per resistenza e reazione al fuoco. Al fianco di Antonio, nato a Pieve d’Alpago nel 1951, c’è da sempre la moglie Michela Scardanzan di Ponte nelle Alpi, che si occupa dell’amministrazione, e poi i figli Gabrio (1976), laureato in ingegneria dei materiali, e Roberto (1977), laureato in ingegneria gestionale.
L’azienda, nata il 24 aprile 1979 e che quindi festeggia i 40 anni, ha 40 dipendenti, oggi possiede tre stabilimenti su un sito per oltre 40.000 metri quadrati e con il suo fatturato 2018 di 18,67 milioni di euro (contro il 17,39 del 2017), si piazza al 45mo posto della classifica delle aziende Top500 stilata dal nostro giornale e che sarà in edicola, in allegato gratuito con il Corriere delle Alpi, domani (20 novembre).
«Chiudiamo il 2019 sostanzialmente stabili sul 2018 – spiega Antonio Bortoluzzi – ma per il 2020, con l’innesto della terza linea, pensiamo di incrementare in maniera significativa il fatturato. I nostri clienti, circa un migliaio, si dividono equamente fra Italia ed Europa, in particolare in Germania, Austria, paesi dell’Est e nord Africa, e si tratta soprattutto di rivenditori che noi contattiamo con la nostra rete commerciale Iso.com. Realizziamo prodotti di alta gamma, raggiungendo, grazie ai materiali utilizzati ed all’esperienza maturata nel settore, prestazioni che difficilmente altri riescono ad offrire. Siamo i primi in Europa per performance nell’isolamento acustico nei pannelli sandwich. E siamo sempre alla ricerca di personale, in questo momento in particolare commerciali che sappiano la lingua tedesca».
La famiglia di Antonio Bortoluzzi era attiva già all’inizio del ’900 nei settori metalmeccanico e della lavorazione del legno, con qualche decina di addetti.
Nel suo ufficio c’è un attestato che ricorda il nonno che produceva carri e carrozze, per trasporto di persone e cose; fra i committenti anche le Ferrovie dello Stato; poi la produzione di serramenti, ringhiere in ferro, utensili da lavoro.
«Di famiglia, insomma, non siamo mai stati abituati a stare sotto padrone. Io ho lavorato qualche anno in un’azienda che faceva prefabbricati; lì mi sono reso conto che i pannelli isolanti arrivavano sempre in ritardo, ed allora sono andato a Milano a comprare le macchine e mi sono messo a produrli in proprio».
Inizia così, con cinque/sei persone, la fabbricazione di chiusure industriali coibentate, di moduli prefabbricati e di pannelli isolanti. Nei primi anni ’80 vengono creati nuovi prodotti, coperti da brevetti, che permettono a Isomec di differenziarsi dalla concorrenza per qualità progettuali e costruttive: in particolare i pannelli sandwich in poliuretano e lana minerale della Isomec vengono accreditati da progettisti e installatori per caratteristiche estetiche e funzionali.
Nel 1985 Isomec è già diventata a tutti gli effetti un interessante gruppo industriale, raddoppiando l’unità produttiva; nascono collaborazioni con studi professionali, che porteranno alla realizzazione di importanti edifici scientifici, commerciali e industriali, disseminati nei cinque continenti.
Ad esempio l’osservatorio astronomico Eso nel deserto del Paranal in Cile, il Centro di Ricerca Enea al Polo Sud, le stazioni della funivia di Piz la Ila a La Villa (Alta Badia), numerosi centri commerciali in Europa, impianti di essiccazione in Sud America ed in Africa, centri espositivi in Medio Oriente. Intanto l’azienda automatizza la produzione con impianti in continuo, espande nuovamente l’area produttiva e quadruplica la produzione.
«La nostra esperienza – conclude Bortoluzzi – risponde alle esigenze internazionali nello sviluppo dell’edilizia industrializzata, con una vasta gamma di componenti per coperture metalliche e pareti. Un design avanzato, la versatilità e la flessibilità fanno di Isomec un marchio leader nel settore. Abbiamo anche un efficiente servizio di assistenza tecnica e commerciale, offriamo una consulenza permanente a misura di cliente in ogni fase del processo, dalla progettazione al montaggio. Il nostro gruppo di professionisti lavora a stretto contatto con la clientela, ed è proprio da questo continuo scambio di informazioni che nascono nuovi prodotti. Al centro, comunque, restano qualità, affidabilità e servizio, perché è solo così che si conquista il cliente e che lo si mantiene». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi