Bortot: "Il mio vitalizio è ancora troppo alto"

PONTE NELLE ALPI. Giovanni Bortot continua la sua “battaglia” contro gli stipendi dei parlamentari e i vitalizi. Una battaglia che l’ex sindaco di Ponte nelle Alpi ed ex deputato alla Camera porta avanti da due anni. E lo ha fatto a modo suo: donando mensilmente un terzo (circa 1.000 euro) della sua pensione di ex parlamentare alla casa di riposo di Ponte nelle Alpi. Un’erogazione che Bortot fa dal mese di dicembre 2011. L’importo versato fino a questo momento ammonta a 20 mila euro.
Proprio qualche giorno fa il sindaco Paolo Vendramini ha ricevuto una lettera inviata da Bortot, in cui quest’ultimo ricorda i motivi della sua decisione, «che deriva dalla mancata riduzione degli stipendi dei parlamentari ed ex parlamentari; in seguito all’indagine conoscitiva della Commissione parlamentare italiana sui compensi ai deputati dei vari paesi europei dalla quale emergeva che i nostri erano i più pagati, speravo ci fosse una riduzione consistente della paghe ai nostri deputati e di conseguenza anche per i vitalizi degli ex parlamentari; ciò non è avvenuto, salvo un taglio di un misero 5%».
Una riduzione che per l’ex sindaco di Ponte non basta. E afferma: «Potrei non versare più nulla qualora ci fosse un taglio significativo degli stipendi e vitalizi a parlamentari ed ex parlamentari, una riduzione che auspico profondamente».
Intanto la sua contestazione contro le “pensioni d’oro” degli onorevoli va avanti. Nella lettera a Vendramini ha annunciato che dal mese di dicembre non verserà più i 1.000 euro mensili al Centro servizi per l’anziano, ma si impegnerà a pagare la segnaletica esterna ed interna che necessita alla Casa di riposo, per un ammontare di circa 7.000-8.000 euro. «Esaurito questo impegno intendo continuare a versare i 1.000 euro mensili, come in questi due anni passati», precisa Bortot, che quando era scoppiata l’ondata di proteste, nell’estate 2011, contro gli stipendi e i privilegi di parlamentari ed ex parlamentari, era stato uno dei pochi a mostrare la sua cedolina da 3.300 euro mensili. Con la riduzione del 5%, unico taglio ai compensi d’oro, il compenso di Bortot è passato a 3.100 euro mensili.
Una cifra che, come affermato dallo stesso ex deputato, «rappresenta un brutto esempio di fronte ai tanti e sempre più numerosi poveri». Più di una volta Bortot aveva infatti sottolineato che ci sarebbe voluto un taglio dei compensi di tutti gli onorevoli di almeno la metà. «In questo momento di crisi e di riflessione sui costi della politica», mette in risalto Vendramini, che ha tenuto a rendere nota la lettera di Bortot, «credo che quello del già sindaco di Ponte sia un buon esempio di cittadinanza».
Martina Reolon
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