Bossi: «L'autonomia per Belluno? E' difficile»

Il leader della Lega Nord a Belluno assicura: «Vi daremo qualcosa in più»
Bossi saluta una coppia di conoscenti incontrati dentro il Caffè Manin in piazza Martiri
Bossi saluta una coppia di conoscenti incontrati dentro il Caffè Manin in piazza Martiri
BELLUNO.
Una dose di Coca Cola, due chiacchiere con una coppia di conoscenti, il rituale della discesa dal Cadore da completare. Sosta al Gran Caffè Manin per Umberto Bossi, che ieri mattina ha terminato la sua piccola vancanza a Calalzo e ha voluto fermarsi, come fa quasi sempre, in centro a Belluno. Dice che la tappa in piazza dei Martiri gli porta fortuna.

Accompagnato solo dai numerosi uomini di scorta, il ministro delle riforme è arrivato al Manin attorno a mezzogiorno e si è lasciato avvicinare, mostrandosi di umore gioviale: «Giornalisti? Siete come le cimici», scherza Bossi pensando alla scoperta che qualcuno lo stava spiando. Da quando è nata la sua amicizia con Tremonti, il leader della Lega Nord viene nel bellunese almeno un paio di volte all'anno e quindi le notizie e le problematiche locali gli sono note.

La richiesta di autonomia, di maggiori risorse per far fronte alla concorrenza dei vicini a Statuto Speciale e ora il referendum provinciale per il distacco dal Veneto sono i temi più pressanti a Belluno.

Ministro, cosa fa il governo per dare risposte adeguate?

«L'autonomia è difficile, ma stiamo cercando di darvi un po' di soldi in più, di aiutarvi, perché lo sappiamo cosa succede quando si fa fatica e si vedono vicini che stanno bene come le province di Trento e Bolzano».

Loro stanno sempre bene, lì non tagliate mai.

«Qualcosa però gli abbiamo portato via».

Bossi si riferisce al fondo Brancher, che "obbliga" Trento e Bolzano a stanziare 80 milioni di euro per progetti di sviluppo dei Comuni di confine. Brancher era a Calalzo nei giorni scorsi e ha annunciato che, dopo oltre un anno, finalmente il fondo dovrebbe essere attivato.

Però quel fondo sembra elemosina, meglio di niente, ma perché farci dare i soldi dai vicini ricchi? Sarebbe più dignitoso riceverli dallo Stato.

Bossi annuisce ma non commenta, poi continua: «Vedo la stessa cosa a Ponte di Legno. Gli albergatori sono arrabbiati perché, pagando le tasse, finiscono per finanziare la loro concorrenza. Non va bene così, bisogna trovare l'equilibrio, una soluzione. Ma abbiamo iniziato, riducendo i soldi che lo Stato dà a Trento e Bolzano».

Non sarebbe meglio una soluzione strutturale?

«L'autonomia?».

Se si può...magari.

«Intanto lasciami portare a casa il federalismo».

Sarà davvero per fine mese?

«Spero di sì».

E se non passa?

Bossi mima il gesto del colpo di pistola.

Si vota nel 2011?

«Mi pare che sia arrivata l'ora. Se non ci sono i numeri non forziamo la realtà, e la realtà si presenta con molte difficoltà».

Ma il federalismo dovrebbe ottenere anche il voto del Pd. O pensa che vogliano farvi cadere?

«Vediamo, hanno più paura loro del voto».

Si prosegue con la recensione della chitarra di Bortolo Mainardi e un cenno ai leghisti bellunesi: «Ho conosciuto il nuovo segretario», il giovane Diego Vello (ndr), «meno male, bisogna puntare sui giovani».

Dopo cinque minuti, tre baci e un invito per Pasqua è l'ora del congedo: «Bene, colomba, adesso togliti dalle balle».

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