Botta e risposta sul cementificio
A Treviso la discussione delle osservazioni sull’impianto di Pederobba che preoccupa il Basso Feltrino
BASSO FELTRINO. Un paio d’ore di argomentazioni contrarie all’autorizzazione alla CementiRossi di bruciare plastiche della raccolta differenziata nei suoi forni da parte delle associazioni ambientaliste e da rappresentanti della maggioranza e della minoranza consiliare. Mentre la CementiRossi si è limitata a ribadire punto per punto quando già aveva espresso nelle controdeduzioni.
Si è tenuta ieri pomeriggio all’auditorium della Provincia di Treviso l’udienza pubblica per mettere a confronto oppositori e azienda sulle osservazioni presentate.
«È stato un momento positivo perché abbiamo potuto argomentare le nostre contrarietà al progetto della CementiRossi – spiega Mauro Moretto, del coordinamento AriacheVoglio – in attesa che la commissione Via decida, cosa che deve fare entro metà settembre, noi proseguiremo con la nostra campagna informativa».
Marco Turato, il sindaco, ha portato il progetto di studio epidemiologico chiesto a gran voce dai pederobbesi e ha annunciato che il 21 luglio ci sarà un incontro tecnico su questo studio. «Finalmente siamo riusciti ad avviare lo studio di indagine epidemiologica finalizzato a mettere in evidenza possibili effetti sanitari attribuiti alle ricadute passate di inquinanti prodotte dall’impianto», ha spiegato. «Con una operazione di georeferenziazione relativa alle schede di dimissione ospedaliera delle patologie comunemente collegate all’emissione di ossidi di azoto, avremo il risultato».
«Lo studio – ha aggiunto l’assessore Sabrina Moretto – è di tipo “caso-controllo”; vengono, ossia, confrontati due gruppi all’interno di una stessa popolazione di riferimento: il gruppo dei “casi”, composto da soggetti affetti da un insieme di patologie, e il gruppo dei “controlli”, soggetti sani o comunque non affetti da quelle patologie. Il confronto viene effettuato con riferimento a uno o più fattori di rischio che si considerano essere potenzialmente correlati con la patologia in esame. In sostanza, l’obiettivo è verificare se i soggetti malati, abbiano risieduto in luoghi più esposti al fattore di rischio rispetto ai soggetti sani».
I risultati di questo lavoro mirato potrebbero aversi in non più di sei mesi. Solo che la CementiRossi non sembra intenzionata ad attendere sei mesi prima che venga deciso se autorizzare o no l’utilizzo di plastiche come combustibile. Nell’udienza di ieri l’azienda ha infatti affermato che una sospensione della procedura di valutazione di impatto ambientale sarebbe ingiustificata.
Enzo Favero
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