Bottacin: «I canoni idrici resteranno a Venezia»

Aut aut dell’assessore regionale alla presidente della Provincia Larese Filon. «Si prenda in gestione frane e personale, altrimenti i 15 milioni ce li teniamo»

BELLUNO. «Ora basta, senza una risposta rapida e formale, Venezia non girerà più i 15 milioni dei canoni idrici alla Provincia di Belluno». L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin tuona dalle Marche, dove ha presenziato alla consegna dell’asilo realizzato dalla Protezione civile del Veneto al paese di Montemonaco, sconvolto dal terremoto.

Nel mirino finisce ancora una volta la presidente Daniela Larese Filon. Il suo è un vero e proprio aut aut: «Mercoledì, per l'ultima volta, ho scritto alla presidente Larese, invitandola a decidere tra le uniche due opzioni possibili: la Provincia ci comunica formalmente e immediatamente che si prende la competenza della difesa del suolo per poi passare ad altre materie, come da me proposto da un anno e sollecitato recentemente anche con le note ufficiali del 4 luglio e del 19 settembre; oppure la Regione sarà costretta, suo malgrado, a esercitare la funzione direttamente, riprendendosi anche i canoni idrici che erano stati trasferiti alla Provincia medesima per la gestione del dissesto idrogeologico. Parliamo di 15 milioni di euro, non di briciole».

Ma cosa significa per Palazzo Piloni prendersi la competenza della difesa del suolo? «Il comma 8 dell’articolo 11 della Legge 25 sulla specificità bellunese, parla chiaro: funzioni, soldi e personale stanno insieme. La Provincia vuole i 15 milioni dei canoni idrici? Bene, dovrà gestire anche la materia e il personale, ovvero i dipendenti dei Servizi forestali e del Genio civile. Siccome i soldi del demanio idrico, che sono vincolati per legge nazionale alla difesa del suolo, sono stati girati completamente a Palazzo Piloni, come Regione non abbiamo più un centesimo per il capitolo Belluno. E come farò un domani a giustificare alla Corte dei Conti i soldi investiti sulle frane di San Vito e Lozzo?».

Bottacin è un fiume in piena: «Se posso capire la presa in giro nei confronti dei cittadini fatta dal Pd, che cerca di inculcare il messaggio fuorviante che specificita significa soldi in più, ciò non è assolutamente accettabile da una rappresentante istituzionale, che non solo dimostra di non conoscere quanto scritto nello Statuto - ovvero che funzioni, soldi e personale stanno insieme -, ma ci fa sospettare che forse non lo ha nemmeno letto. Diversamente saprebbe che con i soldi legati alla materia deve prendersi anche i dipendenti e tutta la funzione».

Per l’assessore bellunese i soldi dei canoni idrici non sono investiti nel modo giusto dalla Provincia: «No, non può funzionare che i 15 milioni siano utilizzati per pagare i buchi lasciati dai minori trasferimenti statali. Aldilà dei giochini di bassa politica, paradossalmente provenienti proprio da chi sta facendo campagna referendaria per l'abolizione delle Province, sia chiaro che la mancata attuazione ad oggi della legge 25 è solo dovuta a un’assenza di volontà della Provincia. È ora di mettere la parola fine ai travisamenti. Chi si ostina a far credere che specificità significhi soldi in più a fondo perduto e non vincolati, sta dichiarando una cosa non vera, inattuabile e che sicuramente potrebbe vedere l'amministrazione della Provincia incorrere in spiacevoli episodi con gli organismi di controllo, a cui siamo tenuti a rispondere».

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