Bottiglia di trielina contro la casa della ex paga e viene assolto
VAL DI ZOLDO. Una bottiglia di trielina contro la casa. O una sostanza simile. Un gesto dimostrativo, che è entrato negli atti persecutori contestati a uno zoldano nei confronti dell’ex fidanzata. L’uomo ha risarcito i danni, la querela è stata ritirata, insieme alla costituzione di parte civile, e il processo è finito con una sentenza di non doversi procedere per mancanza della condizione necessaria. Un finale annunciato, ma la donna è stata comunque sentita in aula.
I due avevano intrattenuto una relazione lunga 14 anni, dal 2003 al 2017. Quando è finita, l’attuale imputato si è reso conto di essere stato sostituito da qualcun altro nei pensieri dell’amata e ha cominciato a tormentarla con tutta una serie di azioni.
Il periodo contestato va da luglio a settembre e, tra gli episodi più pesanti, c’è quello della bottiglia. Un giorno la donna è entrata in casa e ha sentito uno strano e inquietante odore in giro: «C’era una strana sostanza intorno alla mia abitazione. Io non ho mai saputo di preciso cosa fosse».
Erano moltissimi i messaggi inviati su WhatApp, dove l’imputato aveva scelto di personalizzare il proprio profilo con una fotografia in mutande della donna. Una circostanza che non le aveva certo fatto piacere. Capitava che i due si incontrassero in giro per un paese piccolo, come Val di Zoldo e, quando questo succedeva, non mancavano «gli sguardi brutti e i gesti minacciosi con le mani. Me lo vedevo dappertutto, nel frattempo avevo allacciato un’altra relazione sentimentale e lui questo l’aveva capito».
L’uomo le aveva fatto un prestito in denaro, ma non si sa se questo abbia influito o meno in un comportamento che è andato avanti fino a quando lei è andata alla stazione dei carabinieri a dettare una querela per stalking. Nel processo si era anche costituita parte civile con l’avvocato Rasera Berna, poi è stata risarcita e ha fatto retromarcia, rimettendo la querela. Inevitabile la sentenza di non doversi procedere chiesta dal pubblico ministero e pronunciata dal giudice Zantedeschi. —
G.S.
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