Braccio di ferro tra Comune e ministero
BELLUNO. Ministero dell’interno contro Comune di Belluno. Continua il braccio di ferro giudiziario (giunto ormai alla Corte d’appello) tra i due enti pubblici, per il mancato pagamento dell’Iva sul canone di locazione della caserma dei vigili del fuoco, che è di proprietà di palazzo Rosso. In ballo ci sono 306.678,23 euro.
La vicenda nasce alla fine degli anni Ottanta, quando entra in vigore, anche per gli enti locali, il versamento dell’Iva per attività non istituzionali. E tra queste rientra anche il canone di locazione da parte del ministero dell’Interno per la caserma dei vigili del fuoco in via Gregorio XVI. Palazzo Rosso, che negli anni ha sempre anticipato l’imposta, a un certo punto ha chiesto a Roma di pagare quanto dovuto. Ma dalla capitale non è arrivata alcuna risposta. L’amministrazione comunale ha così chiesto un parere all’Agenzia delle Entrate, che si è espressa a favore del capoluogo.
E così nel 2010 è iniziata la battaglia a suon di carte bollate, con il Comune che trascina in tribunale il Ministero. L’anno scorso in primo grado i giudici hanno dato ragione a Palazzo Rosso, riconoscendo l’obbligatorietà dell’imposta e condannando il ministero a pagare 306.678,23 euro (per circa 20 anni di mancati pagamenti compresi gli interessi di rivalutazione) a titolo di “rimborso Iva sui canoni di locazione della caserma dei vigili del fuoco di proprietà del comune stesso”. Per tutta risposta alla sentenza, da Roma è arrivato il ricorso alla Corte d’appello.
E così l’8 maggio il Comune dovrà presentarsi a Venezia per la prima udienza per la costituzione delle parti. A seguire la pratica è come sempre l’avvocato civico Paolo Vignola, che in questi ultimi tempi è oberato di cause e di lavoro.
Ma i casi di “guerra” tra due amministrazioni pubbliche non finiscono qui. Ancora aperta c’è la controversia civile tra i ministeri della Difesa e dell'Economia e finanze da una parte e palazzo Rosso dall’altra. Questa volta l’argomento del contendere è il mancato pagamento dell’indennità di esproprio del terreno a Fiammoi dove vent’anni fa sorsero gli alloggi militari. Una vicenda che ha visto Roma appellarsi al diritto di usucapione, evitando così di pagare una somma tra i 200 e i 300 mila euro. Ma su questo caso, l’amministrazione pare intenzionata a giungere a un’equa transazione.
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