Branco di lupi aggredisce tre asinelli i padroni costretti a farli sopprimere

L’attacco è avvenuto all’alba di ieri mattina in piena frazione di Samprogno sopra Mel. Interviene il veterinario



Neanche “Bolt” ce l’ha fatta a scappare. All’asino di proprietà di Christian Menel non poteva bastare il battesimo con il cognome del velocissimo centometrista giamaicano, primatista del mondo, per sfuggire alle grinfie di un branco di lupi, che all’alba di ieri mattina, in piena frazione di Samprogno, se l’è presa non solo con lui, ma anche con una vecchia amica di nome “Nica” (diminutivo di Domenica) e una vicina di stalla, che si chiamava “Rosa” e pernottava a poche centinaia di metri, nel recinto di Mauro Da Canal. Le femmine avevano rispettivamente sette anni e sei mesi.

I predatori non hanno ucciso i tre esemplari zumellesi. Forse non avevano fame oppure stavano solo dando una lezione di caccia ai più piccoli: sembra che si siano quasi divertiti a ferirli in maniera talmente grave, in particolare alle terga, da costringere il veterinario chiamato dai loro padroni a sopprimerli. Erano agonizzanti e non c’erano possibilità di salvarli.

Martedì un altro asinello era stato sbranato a Pieve di Limana: la strage continua e gli allevatori stanno cominciando ad averne abbastanza: «Qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di quello che sta succedendo ormai da troppo tempo, nelle nostre vallate».

Il gruppo di predatori ha colpito prima nel giardino alle spalle di un’abitazione al numero 39 di via Samprogno. Fra le 3 e le 4, non poteva spaventarsi per la presenza del pur fedele e vivace cane di casa ed è andato ad aggredire “Bolt” e “Nica”, trascinandoli lungo il prato in salita e straziandoli con le fauci: «Credo che siano stati attaccati a poca distanza dalla nostra abitazione», racconta Menel, «e poi portati più a monte, dove li ho trovati ieri mattina, durante la loro agonia. Quasi non potevo credere a quello che era successo, anche se i casi stanno iniziando a moltiplicarsi. Mi hanno fatto una grande pena i miei animali e non ho potuto fare altro che chiamare il veterinario per evitare che soffrissero ancora. Non ho avuto altra scelta e ora si pone il problema di cosa fare degli altri asini, perché il pericolo molto concreto è che possano fare la stessa fine. Troverò qualcuno, a cui regalarli oppure dovrò sopprimerli?».

Pochi minuti più tardi, i lupi di sono spostati sulla strada che costeggia la chiesetta della Santissima Trinità. Sono saliti nella proprietà di Da Canal e hanno aggredito “Rosa”, trascinandola sull’asfalto, azzannandola ripetutamente e riducendola in fin di vita: «Me la sono trovata ferita sulla strada», allarga le braccia Mauro Da Canal, «aveva perso moltissimo sangue e purtroppo non c’erano più possibilità di salvarla. Ho dovuto rivolgermi anch’io al veterinario, che è arrivato nel più breve tempo possibile e le ha fatto un’iniezione. Ho anche altri esemplari e li tengo con grande cura, anche per salvaguardare il decoro del mio paese, ma dopo quello che è successo si pone il problema di cosa farne. È probabile che sarò costretto a darli via, perché l’alternativa è quella di farli uccidere tutti e questa è una cosa che non vorrei mai fare».

I tre asini sono stati sepolti insieme, verso l’ora di pranzo. Con l’aiuto di un piccolo escavatore è stata scavata una buca nel giardino di casa Menel, in fondo alla quale sono stati deposti con la stessa delicatezza, che si riserva agli esseri umani. I loro musi sembravano quasi lanciare un appello a fermare la strage in Valbelluna. —



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