Bressa: «Il governo non obbligherà i Comuni a fondersi»
ALLEGHE. «Il governo non imporrà le fusioni di Comuni per legge». A dirlo, a margine della festa per i 150 anni dell'Hotel Posta di Alleghe e per la famiglia Pra che dal 1866 lo gestisce ininterrottamente, è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa. Interpellato su quale sia la strada che il governo Renzi intende percorrere sul tema dell'unione e delle fusioni dei Comuni, Bressa ha spiegato che l'imperativo è quello di far lavorare assieme i piccoli enti, ma ha chiarito come la fusione sarà una libera scelta dei Comuni e non un'imposizione governativa. «Siamo in una condizione - ha detto il sottosegretario - in cui ci sono poco meno di 8 mila Comuni e la stragrande maggioranza sono piccoli Comuni che non sono più in grado di garantire il diritto di cittadinanza: essere cittadino di un Comune piccolo è diverso da esserlo in uno medio-grande o grande».
Per Bressa bisogna creare le condizioni affinché i piccoli enti collaborino più strettamente fra loro. «Bisogna fare in modo - ha spiegato - che cresca dal basso questa capacità e volontà di mettersi assieme. La fusione è l'obiettivo finale, lo strumento che viene usato è l'unione e la collaborazione fra i Comuni. Per questo tutte le norme fatte recentemente e quelle che faremo in prospettiva tendono a favorire le unioni di Comuni e il lavoro insieme. Poi sulla base del lavoro fatto assieme nelle Unioni è chiaro che può diventare più semplice e naturale arrivare alla fusione. Quello che importa è non imporlo per legge. Questa è la linea del governo».
In alcuni casi sono le Unioni montane a proporsi come contenitori per gestire i servizi e le funzioni fondamentali, ma sempre più spesso questi stessi enti appaiono in difficoltà, vuoi per carenze di personale e di soldi, vuoi per la riluttanza degli amministratori a fare squadra. In tal senso Bressa invita a guardare l'esempio di Floriano Pra, per vent'anni presidente della Comunità montana agordina, e ad ispirarsi alla sua cultura amministrativa. «Il problema - ha continuato Bressa - non è fare le fusioni, ma far lavorare assieme i Comuni affinché condividano le funzioni e lavorino meglio. Poi decideranno loro se vorranno in futuro fare un Comune unico. Floriano Pra, quando è stato presidente della Comunità montana agordina, le ha dato un senso e l'ha fatta diventare il grande Comune dell'Agordino e ha fatto crescere questa terra che era una delle più in difficoltà della provincia. Lo ha fatto con intelligenza politica, non perché era obbligato da leggi e da norme. Questo è lo spirito che dovrebbe accompagnare anche la vicenda delle unioni e delle fusioni di Comuni. La cultura amministrativa - ha concluso - non è fatta solo di gestione di soldi, ma anche di capacità di lavorare e progettare assieme. La questione non è se la Comunità montana di Floriano fosse più ricca dell'Unione di oggi, la questione è che serve un'intelligenza politico amministrativa come la sua. Ora sono cambiate le cose, ma l'intelligenza e la capacità amministrativa sono sempre un valore».
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