Bressa trova il cavillo per la Provincia: voto forse a gennaio

Possibile grazie a un emendamento del parlamentare inserito nel decreto contro la violenza sulle donne
Di Marco Ceci
Uno scrutatore esegue lo spoglio delle schede del referendum abrogativo, oggi 13 giugno in un seggio di Roma..ANSA7 GUIDO MONTANI
Uno scrutatore esegue lo spoglio delle schede del referendum abrogativo, oggi 13 giugno in un seggio di Roma..ANSA7 GUIDO MONTANI

BELLUNO. Elezioni provinciali a gennaio 2014? In teoria anche si, ma bisogna prima vedere quel che succederà da qui al 31 dicembre 2013.

Assurdo? Per niente. Perchè, in sintesi, se il disegno di legge sul riordino delle province del ministro Graziano Delrio (Affari regionali e autonomie locali) non sarà tradotto in legge entro la fine dell’anno, a “spuntarla” sarà un emendamento presentato dal deputato bellunese Gianclaudio Bressa (Pd) e inserito nel testo del decreto sul “femminicidio”, che in settimana sarà votato alla Camera. Insomma, se il provvedimento per il contrasto della violenza di genere sarà adottato, assimilerà anche l’emendamento dell’ex sindaco di Belluno (in primavera eletto nella circoscrizione Trentino Alto Adige).

Un emendamento che, di fatto, annulla la proroga al decreto “Salva Italia” del governo Monti e, di conseguenza, anche ai commissariamenti fino al 30 giugno 2014, tornando a fissare la scadenza al 31 dicembre 2013. E dal punto di vista legislativo la questione è abbastanza semplice: se adottato, l’emendamento potrà essere “superato” solo da una legge (vera e propria) sul riordino delle province, ovvero non più a colpi di decreti.

Come a dire che la patata bollente è ora tutta nelle mani del ministro Delrio, che a fine settembre aveva si presentato il suo disegno di legge a Comuni, Province e Regioni, ma ottenendo uno scarso consenso e, soprattutto, la conferma di un nuovo allungamento dei tempi per un’eventuale adozione della legge ordinaria.

Non un’anomalia in politica, se non fosse che con l’emendamento Bressa (sempre se sarà adottato) la scadenza diventa il 31 dicembre, non più giugno 2014.

Tempi, insomma, strettissimi: poco più di 80 giorni. Ma comunque sufficienti per lo stesso Bressa, che frena e precisa: «Se l’emendamento che ho presentato e che è stato inserito nel testo del decreto sul femminicidio», spiega l’ex sindaco di Belluno, «verrà approvato, si eliminerà semplicemente un vizio di costituzionalità, visto che la Corte costituzionale aveva già dichiarato incostituzionale il decreto Salva Italia, precisando che non si può fare una riforma delle Province con decreto, ma è necessaria una legge ordinaria. Insomma, eliminerebbe solo un’azione del Governo sulla base di una fonte normativa sbagliata».

Non solo, visto che rispetto al “suo” emendamento, il ministro Delrio può contare su un bonus. «Il Governo», aggiunge Bressa, «ha recentemente chiesto l’urgenza, la procedura abbreviata sull’approvazione del disegno di legge sul riordino delle Province. Non mi sembra il caso, insomma, di parlare di elezioni provinciali a gennaio, semplicemente perchè al momento non è così. Il percorso della legge del ministro Delrio ha tutto il tempo per concludere il suo iter entro la fine dell’anno».

D’accordo, prudenza. Anche perchè, bisogna ricordarlo, la questione ha già solllevato un vespaio e agitato più di qualche collega onorevole. A cominciare da quelli del M5S, che hanno apertamente parlato di una procedura mirata a vanificare il piano di soppressione delle Province voluta dal governo Monti e di via libera alle elezioni dei consigli provinciali.

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