Bruce Zampieri sta meglio e non perde il buonumore

Dopo il volo dal Troi de Panza di domenica, avrà una lunga convalescenza «Se non ci fosse stata la mia ragazza, oggi non sarei qui a raccontarla»
Di Alessia Forzin

BELLUNO. «Questo è il mio panorama da tre giorni. Ora aspetto che mi aggiustino la faccia e il polso, poi dovrei essere già a buon punto». Sta meglio Roberto Zampieri, Bruce per gli amici, tantissimi, che lo conoscono e che in questi giorni lo stanno riempiendo di messaggi. Domenica ha avuto un incidente in montagna. Si trovava, con la fidanzata, sul Troi de Panza, che dal Rifugio Settimo Alpini porta a Forcella Monpiana sotto la Schiara, quando è scivolato, precipitando per una ventina di metri nel canale laterale.

Nella caduta si è procurato numerosi traumi: alla spalla sinistra («già sistemata», racconta), al bacino, alla mandibola (si è rotto parecchi denti), al polso e a due vertebre. Non vede dall'occhio sinistro perché si è staccata la retina. Se la situazione non si sistemerà, sarà operato. Bruce Zampieri è ricoverato al San Martino, «ma sarei già a casa se non fosse per la mandibola», racconta.

Non potendosi nutrire da solo (ha un sondino naso-gastrico) dovrà rimanere in ospedale ancora qualche giorno. Ma né l'incidente, né il riposo forzato al San Martino né tantomeno il dolore, gli tolgono il buonumore. «Ho capito che non serve essere distratti o imprudenti, a volte succede che la sfiga arrivi cosi», scrive su facebook. «Prima eravamo passati in posti anche più impegnativi senza problemi. E se con me non ci fosse stata mia morosa, non sarei qua a raccontarla».

Come si sente?

«Come se fossi stato investito da un treno merci».

Si ricorda l'incidente?

«Sì, non lo so se mi è scappato un piede o una mano, se mi è ceduta la terra sotto ai piedi o l'appoggio cui ero aggrappato. Era tutto un po' viscido. È stato un attimo trovarsi in aria. Giusto il tempo per pensare "ho fatto la cavolata". Sentivo dei colpi e non vedevo l'ora di toccare terra. Intanto mia morosa gridava... e quando lei grida le cose non vanno mai bene».

È sempre rimasto lucido?

«Sì. Ho provato subito a muovere le gambe e mi sono detto "ok, sono vivo". Volevo svenire perché avevo male ma non so come si sviene a comando».

Poi la sua fidanzata si è spostata per andare a chiamare i soccorsi, giusto?

«Sì, le ho detto di cercare un posto in cui ci fosse campo e di chiamare il Suem. Non la vedevo tornare e temevo si fosse fatta male anche lei. Invece l'hanno vista, caricata in elicottero e lei li ha portati a destinazione. Del volo mi ricordo solo i rumori perché ero dentro alla barella. Max De Dea mi diceva "Tra poco siamo in ospedale tranquillo", e Alessandro Zanon sempre sorridente, me lo ricordo mentre mi assicurava. L'infermiere non mi ricordo come si chiama... ma era tutta gente preparatissima, veramente sono stato fortunato. Anche il pilota dell'elicottero Alessandro Fantato...il migliroe. Mi ha detto che se volevo vedere un soccorso bastava chiedergli un video. Pensare che dopo una vita passata tra corsa, bicicletta e giri in montagna, è la prima volta che mi succede qualcosa».

I suoi amici la stanno inondando di messaggi.

«Sono tutti arrabbiati, ma sorridenti, perché li ho fatti spaventare. Non pensavo che tutta questa gente mi volesse bene. Li abbraccio tutti. Sono fortunato ad essere vivo. Se ci rimanevo secco e mettevano la foto di come sono adesso sui necrologi, sai che figuraccia?».

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