Brucia la gelateria Talamini in Olanda

«Non è rimasto nulla, sarà dura l’attività quest’anno». I Bellunesi nel mondo si mobilitano per la famiglia di Vodo

VODO . La solidarietà dei bellunesi verso i loro concittadini all’estero per lavoro, non viene fermata dai confini. La notizia arrivata mercoledì dell’incendio della fabbrica di gelati di proprietà della famiglia di Elio Talamini avvenuto in Olanda, che ha distrutto la struttura e fermato la produzione, ha subito allertato l’Associazione Bellunesi nel Mondo che, attraverso l’interessamento del presidente Oscar De Bona, sta cercando di conoscere quale sia la situazione reale e valutare quali siano gli interventi da attuare.

Uno dei figli di Talamini, Pietro, così racconta l’accaduto. «Una settimana fa la fabbrica di gelati di proprietà della famiglia, di Elio Talamini Mòrghin, 91 anni, di Vodo di Cadore, è stata completamente rasa al suolo da un incendio scoppiato nel fabbricato vicino. Nulla è rimasto in piedi, si è salvato solo un furgone parcheggiato ad una decina di metri dall’incendio. Oltre al danno al fabbricato in cui erano sistemati vari macchinari costosissimi per la fabbricazione dei gelati, esiste l’impossibilità di riprendere la produzione. La fabbrica», aggiunge ancora Talamini, «forniva il prodotto a 5 gelaterie che gestiamo in proprio e ad oltre 50 aziende olandesi attive nel circondario. Con le mie tre sorelle, che lavorano tutte nell’azienda di famiglia, ci siamo immediatamente adoperati per riprendere l’attività, ma la fornitura dei macchinari danneggiati richiederà molto tempo e quindi la stagione, appena iniziata, per noi sarà molto dura». Lo conferma la sorella Lucia: «L’incendio, ha distrutto tutto. Della fabbrica non è rimasto più nulla».

«La famiglia di Elio Talamini ha alle spalle una storia di emigrazione ultracentenaria», spiega Mario Talamini Brugo, anche lui gelatiere di Vodo. «Si trova nella città di Deventer nell’Olanda centro-orientale dal 1892, da quando ha aperto la sua attività proveniente dal Cadore». «A Vodo da dove la famiglia è partita», racconta l’ingegner Marco Moretta, «in questi anni non è molto conosciuta perché i contatti sono sporadici. I loro interessi sono curati da un altro Talamini, Daniele, che però in questi giorni è all’estero. La famiglia Talamini è numerosa ed ha parecchi rami e per questo ogni ramo ha un soprannome. Quella di Elio è stata chiamata Mòrghin, perché avendo vissuto molti anni in Germania saluta con il “Morgen” che si è corrotto in Mòrghin».

Immediato l’interessamento dell’Abm: «Il destino dei nostri emigranti», ha affermato De Bona, «non appena conosciuta la notizia, sta molto a cuore ai bellunesi e siamo solidali con la famiglia Talamini. Per questo non appena avremo maggiori informazioni cercheremo di contattare le grandi aziende costruttrici di macchinari per il gelato, affinché si mettano in contatto con i Talamini per risolvere al meglio la situazione. Intanto, sabato a Belluno quando si riunirà l’assemblea generale dell’Abm, alla presenza dei rappresentanti di oltre 150 famiglie bellunesi, vedremo cosa sarà possibile fare».

Vittore Doro

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