Buco dimezzato e interventi per 7 milioni
BELLUNO. Debito dimezzato in quattro anni (dagli 87 milioni del 2012 agli attuali 43) e investimenti più che raddoppiati quest’anno rispetto al 2015 (più di sette miloni di euro). E per il 2017 si parla addirittura di 9 milioni. Sono alcuni dei punti contraddistinguono l’attività di Bim Gsp nell’anno che sta per concludersi e che ripercorriamo con l’amministratore unico Giuseppe Vignato.
Come è stato il 2016 per Bim Gsp?
«Decisamente positivo: 7 milioni di investimenti realizzati (un record annuale), 3,9 milioni di euro gli utili netti, patrimonio societario a oltre 26 milioni di euro, cassa generata per 6 milioni di euro, 600 mila euro di nuovi risparmi gestionali. E, cosa più importante, il debito è calato a 43 milioni. Eravamo a quota 47 nel 2015. Buone performance che commenteremo con i sindaci soci nell’assemblea di giovedì, dove approveremo bilancio previsionale 2017 e piano industriale 2017/2019».
Anno record per gli investimenti: a che punto siamo oggi?
«Dal 2004 sono stati realizzati investimenti per circa 60 milioni. Parliamo di nuovi depuratori e nuove reti fognarie idriche e fognarie. Nel 2016 abbiamo raddoppiato attività e risultato rispetto al 2015. Tra i lavori eseguiti, da segnalare il rifacimento del depuratore di Calalzo (500 mila euro, lavori appena conclusi), la costruzione di un nuovo depuratore a Sappada (2 milioni di euro, in corso di ultimazione), l’avvio dei lavori di adeguamento ai depuratori di Longarone e Feltre (rispettivamente 2,9 e 1,6 milioni di euro, in corso), l’avvio dei lavori di costruzione del depuratore di Falcade (4 milioni di euro, già appaltati), il rifacimento di sei serbatoi acquedottistici a Longarone, Danta, Domegge, Calalzo e Santo Stefano (450 mila euro, appena conclusi), per citarne solo alcuni. A questa mole importante di attività si aggiungono anche le manutenzioni ordinarie e straordinarie per efficientare, migliorare e potenziare le opere già esistenti: parliamo di 5 milioni di euro all’anno per oltre 20 mila interventi, che vanno dalla semplice riparazione di una perdita alla sostituzione integrale di tratte di rete. Le manutenzioni sono attività molto importanti, tanto quanto le nuove opere, visto che garantiscono il miglioramento delle infrastrutture esistenti. Infrastrutture realizzate con fatica da chi ci ha preceduto e che, non dimentichiamolo, sono datate e vanno potenziate per garantire efficienza e continuità del servizio e della fornitura. Se consideriamo l’intero patrimonio gestito – 1279 tra sorgenti e serbatoi, 320 impianti di trattamento dei reflui, 5000 km di reti idriche e fognarie – è facile capire quanto importante sia l’attività di manutenzione. Queste due attività, cioè investimenti in nuove opere e manutenzioni dell’esistente assorbono oltre il 70% della tariffa idrica».
Quali sono le priorità seguite?
«Innanzitutto il rispetto delle norme ambientali: una parte importante degli interventi, circa i due terzi, riguardano fognatura e depurazione. Costruire nuovi depuratori, migliorare quelli esistenti, estendere e potenziare il collettamento delle acque reflue sono interventi inderogabili e non si può attendere. Non meno importanti sono anche la continuità e la qualità del servizio idrico erogato, con interventi che vadano a garantire la disponibilità idrica continua e qualità dell’acqua erogata».
E per il 2017 quali sono le opere in programma?
«Nuovi depuratori a Borca di Cadore (3,3 milioni di euro), a Santo Stefano di Cadore (3,7 milioni di euro) e a Val di Zoldo (2 milioni di euro). Borca è già in progettazione definitiva, gli altri sono ancora in fase di avvio della progettazione. Tra i nostri obiettivi, anche mantenere buone performance generali, migliorare continuamente il servizio reso all’utenza, ma soprattutto proseguire nell’accelerazione sul fronte investimenti e interventi programmati per arrivare a realizzare, entro il 2019, i circa 30 milioni di euro di investimenti programmati e gli oltre 100 programmati entro il 2033».
Solo bollette a sostegno delle vostre attività o anche altre risorse?
«Gli introiti tariffari sono sicuramente la principale risorsa: parliamo solo per il 2016 di circa 30 milioni di euro. Siamo fortemente impegnati nella ricerca di finanziamenti regionali, comunitari ed europei e nella ricerca di sinergie tra gestori idrici del Veneto per accedere ad operazioni di finanza straordinaria. Grazie a Viveracqua, l’aggregazione strategica tra i 14 gestori idrici del Veneto, abbiamo portato ai bellunesi 12 milioni di euro della Banca Europea degli Investimenti».
Sono previste anche delle misure a sostegno delle famiglie?
«Oltre alle rateizzazioni, che concediamo all’utente che ne ha necessità, abbiamo il fondo specifico per le famiglie in disagio economico: sono circa 20 mila euro all’anno per un valore di 30 o 50 euro a utenza in difficoltà. Ad oggi sono 413 le richieste pervenute da buona parte dei comuni bellunesi: ne attendiamo ancora, qualche comune sta ultimando l’invio».
Sono in aumento le richieste di queste misure?
«Sono in leggero aumento: nel 2015 erano 432 le richieste, oggi 413, ma i comuni hanno tempo fino a fine mese per farci avere quanto raccolto: qualcosa dovrebbe ancora arrivare, ma non grandi numeri, direi che siamo abbastanza in linea con il trend di crescita delle richieste e quindi delle difficoltà delle famiglie, difficoltà distribuite in maniera omogenea sul territorio».
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