Bufale sui migranti, il sindaco denuncia
Dilagano illazioni senza riscontro su presunti casi e decessi per tubercolosi tra gli ospiti di Arten, Slongo va dai carabinieri e presenta denuncia per procurato allarme contro ignoti
FONZASO. Ieri l’altro, “un morto per Tbc”. Ma già ieri “l’epidemia” aveva fatto un’altra vittima. C’è chi giura di aver visto due carri funebri in zona Arten dove si sarebbe verificato “un focolaio di tubercolosi fra i migranti ospiti”. Questa bufala ha fatto il giro della provincia. Così gli ignoti che hanno gridato al lupo al lupo, sono stati denunciati ai carabinieri di Arsiè con l’ipotesi di procurato allarme dal sindaco di Fonzaso. Giorgio Slongo, quando ha cominciato a diffondersi questa falsa notizia, si è attivato, non senza una certa apprensione che gli deriva dal ruolo di massima autorità sanitaria del suo comune.
Si è messo in contatto con le cooperative che gestiscono l’accoglienza e l’inserimento della cinquantina di migranti, distribuiti in due nuclei, per capire se la voce fosse attendibile. Responsabili e operatori delle coop erano già al corrente che si fosse diffusa questa illazione. E lo hanno tranquillizzato.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso della temperanza del sindaco, è stato un post pubblicato sui social ieri mattina che ha mandato in tilt molte famiglie dell’arsedese. «Mi ha chiamato il collega Strappazzon di Arsié al quale erano arrivate telefonate allarmate dei cittadini: non avrebbero mandato i loro figli a scuola in corriera, in quanto a Fonzaso sarebbe saliti anche i profughi “affetti da Tbc”. Il post è stato cancellato quasi subito, cosicché noi non abbiamo nulla in mano per la rintracciabilità dei veri “untori” in tutto questo marasma, costruito sul nulla. È ovvio che questa istigazione al dubbio crei una situazione di allarme che si diffonde e che muove interi apparati, dai sindaci che si preoccupano al distretto ospedaliero che deve verificare che non ci siano casi sommersi, alle cooperative che si sentono ingiustamente tirate in ballo».
E il consigliere delegato alle politiche sociali, Ljuba D’Agostini, che di legge se ne intende, incalza: «L’ipotesi di reato è grave e la denuncia è depositata dai carabinieri che trasmetteranno il tutto in Procura a Belluno. Ci auguriamo che chi crea allarme sia individuato e che, in futuro, ci si trattenga da illazioni false e tendenziose che creano allarme sociale e dispersione di risorse pubbliche per fatti che non sussistono».
Dal dipartimento di prevenzione dell’ex Usl 2, diretto da Mauro Soppelsa, si evidenzia che «tutti i richiedenti asilo all’arrivo nella nostra provincia vengono visitati: dal 2016 a giugno 2017, sono state fatte 224 visite con 42 visite specialistiche di approfondimento e settanta radiografie di controllo, oltre alle vaccinazioni previste dal protocollo regionale” . In provincia si è documentato un solo caso di Tbc conclamata che risale a un anno fa e che ha riguardato un giovane migrante accolto, dopo le cure, in uno Sprar del Friuli.
«Come amministratori ci rendiamo conto che la convivenza fra residenti e migranti non è tutta rose e fiori», conclude il sindaco Giorgio Slongo che, dopo Feltre, accoglie il maggior numero di profughi nel suo comune. «La popolazione si lamenta e protesta per qualche intemperanza dei giovani ospiti. A me risulta che la cooperativa abbia allontanato e collocato altrove, affidandolo a uno Sprar nel padovano, uno dei loro ragazzi che aveva disturbato una vicina di casa. Del resto con la Prefettura sono stato chiaro: Fonzaso è saturo e non accoglie più migranti. Mi è stato assicurato che sarà così».
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