Bulli in classe, rinviata “la messa in prova”

Il Tribunale dei minori vuole vederci più chiaro su due studenti accusati di stalking e percosse

BELLUNO. Bulli a scuola: rinviata la loro messa alla prova. Il processo a due studenti minorenni di un istituto cittadino non è stato sospeso dal giudice del Tribunale dei minori, Rossi, come richiesto. Non è ancora il momento dunque dei lavori di pubblica utilità, dopo il rinvio a giudizio per i reati di stalking e percosse: il tribunale vuole prima acquisire informazioni sulla loro personalità, attraverso i propri servizi sociali. Quindi c’è stato un rinvio al 10 novembre e, solo in quel momento, si deciderà per la messa alla prova, una volta scelto l’ente convenzionato con l’ufficio per l’esecuzione penale esterna, insieme ai difensori Nicoletta Pan e Rosalisa Sartorel.

Intanto, il pubblico ministero Monica Mazza si è chiesta se i due compagni di classe siano stati in qualche maniera risarciti. Non risulta. Le famiglie delle vittime non possono costituirsi parte civile (con l’avvocato Roberta Resenterra), ma non escludono una causa civile.

I due imputati hanno ancora 17 anni e diventeranno maggiorenni solo a settembre. Uno è accusato di aver agito materialmente, l’altro di aver partecipato agli episodi di bullismo e ripreso i fatti con il proprio telefonino. Nelle immagini, poi condivise su Whatsapp, si vedono delle percosse: manate a schiena, collo e testa. Ma anche umiliazioni e derisioni, che avvenivano durante il cambio d’ora di lezione, quando gli insegnanti non erano presenti. Questi atteggiamenti, che sono andati avanti dall’ottobre di tre anni fa al giugno dell’anno dopo (un intero anno scolastico), hanno provocato nelle due vittime uno stato di ansia e paura tale da provocare timore per la propria incolumità. Un ragazzo ha cambiato scuola, rinunciando alla possibilità di avere quel tipo di diploma.

Le querele sono state presentate il 10 giugno, dopo di che uno dei due imputati è stato bocciato, anche per un voto bassissimo di condotta, mentre l’altro è stato promosso e sospeso l’anno successivo. Questo raccontano le cronache scolastiche, oltre al fatto che è stata una compagna di classe a denunciare una situazione che era diventata insostenibile, spedendo quel filmato inquietante alla dirigente scolastica, che a quel punto ha avuto la prova di quello che stava succedendo.

Le immagini racchiuse in una chiavetta Usb sono finite in questura, dove gli indagati sono stati sentiti, prima della richiesta di rinvio a giudizio. Quanto alle due vittime degli atti persecutori e delle percosse, una è riuscita a ribellarsi e a interrompere i maltrattamenti, mentre l’altra è andata avanti per mesi con uno strano mal di schiena. La causa sarà chiara solo in seguito.

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