Bullismo a scuola, una famiglia denuncia tutto l’Istituto
BELLUNO. Ha lasciato la scuola di Belluno, il 16enne tormentato e umiliato dai bulli, suoi compagni di classe in un Istituto cittadino. Ieri mattina ha cominciato a frequentare le lezioni in un’altra città. Con il sostegno di uno psicologo sta cercando di superare quei mesi da incubo, trascorsi in classe con chi giorno dopo giorno lo ha tormentato, umiliano, deriso, strattonato e percosso. Manate violente sulla schiena, sul collo, sul capo, torsioni altrettanto violente del collo e della testa. E non una volta solo, ma molto spesso, nelle pause tra un’ora e l’altra di lezione.
Tutto è emerso soltanto nel giugno scorso, poco prima della fine dell’anno scolastico. Sono rimasti basiti, i famigliari del sedicenne, quando sono stati chiamati a scuola, perchè il video di quella persecuzione era finito nelle mani del direttore didattico dell’Istituto.
È così che la famiglia scopre che le angherie andavano avanti da tempo e che erano finite in un filmato passato di mano in mano tra gli studenti.
Sono rimasti basiti, i genitori, quando hanno scoperto che quegli atteggiamenti di bullismo erano considerati poco più che uno scherzo, che c’erano comunque stati dei sospetti, che però di fronte al video, la misura era considerata colma e sarebbero stati presi dei provvedimenti, come dichiarato dai vertici della scuola durante quel primo incontro.
Nei giorni successivi, grazie alle testimonianze del sedicenne e alla raccolta di vari elementi di prova, comincia a delinearsi un quadro molto più grave di come era stato presentato dalla scuola.
Racconta l’avvocato Roberta Resenterra che rappresenta la famiglia: «Erano mesi che questi fatti accadevano, da marzo di quest’anno ma forse anche dall’ottobre precedente. Alcune studentesse, compagne di scuola, sconvolte da quello che succedeva nelle pause tra un’ora e l’altra quando nelle classi non ci sono insegnanti, avevano avvertito i docenti di quanto stava accadendo».
Una situazione allucinante che è finita con la denuncia per stalking presentata alla Procura della repubblica di Venezia da parte della famiglia (si tratta di minori e quindi procede il tribunale di minori veneziano). Sono due gli studenti accusati del grave reato di stalking. Secondo quanto raccolto dalla famiglia e dal loro legale, il sedicenne non è stato l’unica vittima, ce ne sono almeno altri due.
I nomi di tutti sono finiti nelle carte della denuncia presentata in questura a Belluno.
Ma non è finita qui. Infatti la famiglia intende chiedere conto anche del comportamento della scuola, dei docenti, del direttore scolastico, sia per non aver messo fine agli atti di bullismo o peggio, sia per non aver vigilato e prevenuto quanto accaduto con un progetto formativo contro il bullismo. C’è un passo pesante nell’esposto presentato dalla famiglia contro le Istituzioni scolastiche: «Nell’istituto è previsto un corso di zumba ma nessun progetto o protocollo di intesa relativo al problema del disagio giovanile, con particolare riferimento al bullismo. E gli esempi di protocolli e di documenti da seguire o semplicemente da copiare sono numerosissimi».
Infine, dicono i famigliari del ragazzo, i due responsabili non sono stati subito sospesi dalla scuola e questo li ha costretti a togliere il sedicenne dalla scuola ancora a giugno.
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